SAXON: INTO THE LABYRINTH
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09/01/2009Il nuovo album degli instancabili Saxon è un lavoro riuscito soltanto a metà. Biff e soci battono la fiacca sul piano compositivo e ci presentano brani che vanno dallo spettacolare al clichè più scadente - nel caso ne esistesse uno. Se la mastodontica "Battalions Of Steel" rende obbligatorio acquistare "Into The Labyrinth", l'obbligo viene subuto meno con il passare delle canzoni fino a rendere il disco destinato solo a chi ama veramente la band inglese. In sostanza, più per completare la discografia che per gratificare i soldi spesi. Se schegge impazzite come "HellCat" e "Demon Sweeney Todd" sono un pugno nello stomaco sparate a velocità vertiginose, così come "Valley Of The Kings" si fa bella come prototipo di classico brano heavy europeo, ciò che rimane non convince affatto. La ruffiana, anche singolo, "Live To Rock" è l'apice della mancanza di idee, ma non solo: ricorda spudoratamente "Solid Ball Of Rock" in tutta la linea. Qui si ricicla, ahimè. Il resto dei brani scivola via senza lasciare traccia, sfiorando appena la qualità che contraddistingue i recenti lavori che, seppur non trascendentali, si fanno apprezzare per la bontà di buona parte delle composizioni. Quello che non manca è certo la professionalità della confezione, con suoni da grande impatto ed esecuzioni perfette con un Biff sempre più in forma: la sua ugola ringhia ancora che è un piacere. Forse è un disco portato a conclusione troppo in fretta vista la presenza di diversi filler, sta di fatto che l'album dopo tre ascolti stanca e ti porta a skippare di continuo. Peccato, la già citata "Battalions Of Steel" lascia presagire ben altre impressioni - e che impressioni - ma è solo una perla in un cesto di biglie quasi tutte di vetro.
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