ROYAL HUNT: COLLISION COURSE
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19/03/2008Quando si parla di un nuovo disco dei Royal Hunt da anni a questa parte si rischia di scrivere positivamente sempre le stesse cose. Ormai ogni album raggiunge livelli molto alti sul piano qualitativo tant'è che si rischia di fare retorica al minimo accenno ad uno standard ben congegnato e consolidato. "Collision Course" conferma questo standard. A 'sto giro cambia anche il vocalist, ma il risultato è lo stesso: gran disco. Mark Boals prende il posto di West, non lo fa rimpiangere, anzi, ci fa riflettere sul perché un talento del genere sia quasi sempre rimasto ai margini della scena (Malmsteen era a parte), senza mai sfondare come avrebbe meritato. Detto questo, sappiamo bene che i Royal Hunt sono Andre Andersen. Se c'è lui siamo al sicuro. Anche se il songwriting non si sposta di una virgola, il "Mozart" della tastiera inanella una serie di brani pompatissimi e potenti prodotta come suo solito a volumi molto alti. Fa anche specie mettersi a disquisire su una singola canzone nel tentativo di esaltarne la migliore: il discorso è sempre quello: la qualità media è talmente alta che diventa impossibile isolarne solo alcune. Però c'è da dire che questo standard comincia un po' a puzzare. Mi spiego meglio. Si avverte nel disco una volontà forzata nel voler sfruttare fino in fondo questo schema vincente. Questo va a favorire anche una mancanza di idee ormai cronica. In pratica, per quanto ottimo, 'Collision Course' sembra uscito fuori con il classico stampino. Tant'è che definirlo un disco per soli fan della band è sistematico. Chi li apprezza continuerà a farlo, chi li evita continuerà ad evitarli. Ad ogni modo, questa nuova fatica ha il pregio di essere all'altezza delle aspettative. Pomp metal, melodico, sinfonico, teatrale che rappresenta il seguito di "Paradox", album uscito nel 1997. Una seconda parte con un parco di special guest sostanzioso(Doogie White e Ian Parry su tutti) che arricchisce una discografia già piena di gioielli preziosi e che, si spera, possa anche trovare nuovi espedienti artistici a partire dai prossimi lavori senza ripetersi all'infinito.
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