ROYAL HUNT: Dystopia
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29/12/2020'Dystopia' rappresenta il quindicesimo tassello discografico dei Royal Hunt, una stella del firmamento hard & heavy che si è sempre distinta grazie alle pompose atmosfere generate dal tastierista factotum Andrè Andersen nei suoi trenta e passa anni di carriera, capace come pochi di saper combinare heavy metal, musica classica, sinfonica e gusto barocco con personalità e una certa eleganza. Dal 2000 in avanti la sua carriera è stata contraddistinta da alti e bassi ma gli ultimi tre episodi, nel periodo compreso tra 2013 e 2018 rimanevano comunque di livello egregio. Questo lavoro, purtroppo, potrebbe segnare l'inizio di una nuova parabola discendente per la band danese, il tentativo di recuperare la magia che sprigionavano opere d'arte come 'Moving Target' e 'Paradox' non è del tutto riuscito. Basato su un concept ispirato a 'Fahreneit 451', con la presenza di troppi intermezzi (tre su un totale complessivo di dieci pezzi), 'Dystopia' paga dazio ad una vena inaridita da parte di Andrè e una cristallizzazione molto marcata del sound in cui è solo la chitarra di Jonas Larsen a porsi oltre la media, sempre capace di ricamare splendidi guitar solo. I brani si presentano sin troppo dilatati, prolissi con la ballad non capace di trasmettere il pathos che dovrebbe, e anche le ritmiche a volte sostenute, spesso molto più compassate non riescono a imprimere quel piglio necessario a dare una maggiore vivacità ad un album che di fatto si mostra abbastanza piatto e ahimè avaro di fantasia e freschezza, in più anche il talento vocale di DC Cooper appare un po' in chiaroscuro. Si segnala, in positivo, "Snake Eyes" che con la sua pregevolezza melodica cerca di ripercorrere il tracciato di quei due seminali album sopracitati (volendo anche 'Show Me How To Live') oggettivamente di un altro pianeta.
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