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HUGO'S VOYAGE: Inception

data

04/11/2023
71


Genere: AOR
Etichetta: Frontiers Music
Distro: Frontiers Music
Anno: 2023

Hugo Valenti deve essere il più grande fan vivente di Steve Perry. Un tenore leggero dal medesimo timbro (non è l'unico nel mondo discografico), in grado di somigliare all'originale in modo stupefacente anche per sembianze fisiche. Il cantante nativo di New York iniziò la sua carriera con i Valentine (buon disco l'omonimo del 1990), per poi continuare con gli Open Skyz (1993) e piazzare un paio di dichi solisti sempre contraddistinti da una valida caratura nel corso degli anni. Gli Hugo's Vojage nascono nel 2005 come tribute band ai Journey, e arrivano dopo una lunga gavetta ad esordire con pezzi propri su questo finale di 2023. Le coordinate artistiche ruotano attorno allo Steve Perry solista e ai Journey di 'Raised on Radio', evitando ricerche di suoni moderni o di una registrazione eccessivamente fredda, tipica di molte uscite discografiche odierne. Anzi, lode d'encomio alla produzione, in grado di valorizzare ogni suono, ogni fill qui presente. Assimilata la breve intro “Inception”, l’attacco di piano del singolo apripista “Don't Wanna Live Without Your Love” va oltre la semplice dichiarazione d'intenti mostrando una raffinatezza rara, quasi a volersi misurare su un piano anacronistico con chi quel sound l'ha forgiato dall'embrione. Sofisticata e delicata in ogni dettaglio, “A Friend Like You” viene dolcemente vellutata da note soffuse di un sax notturno. “Sound of a Broken Heart” sembra un outtake di 'Street Talk', mentre “Goin Away” esplora il lato dinamico della band autrice di ‘Escape’. Le atmosfere romantico sognanti di “In My Heart” permettono al nostro cuore di battere più lentamente. Canzone in stile già (stra)sentita, costruita perfettamente dalle linee vocali alle dinamiche da ballad avvolgente. Discorso simile per “September Love”, morbida, soffusa, da tardo pomeriggio autunnale. I passaggi strumentali risultano estremamente curati e avvolgenti (“The Vojage”); ogni strumento trova il proprio momento da quint’essenza (la sezione ritmica di “When Heaven Makes an Angel” accompagnata da un pianoforte suadente). Alla fine del primo ascolto ci divideremo tra chi etichetterà il lavoro come copia spudorata del gruppo di Perry/Schon/Cain in uno dei loro momenti migliori, chi ne apprezzerà il proposito di rivivere emozioni perse nel tempo, portando a compimento l’intento.

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