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PRIMAL FEAR: Apocalypse

data

30/08/2018
83


Genere: Heavy Metal, Power Metal
Etichetta: Frontiers Records
Distro:
Anno: 2018

Ogni volta che esce un lavoro dei Primal Fear è sempre una festa. Una festa che manda in delirio i sostenitori del true metal, annichiliti dalla prepotenza sonora che Mastro Lindo Scheepers e soci riescono a tirar fuori in ogni loro pubblicazione. Mai un lavoro al di sotto della sufficienza, e l'ingresso di Magnus Karlsson circa dieci anni fa ha fornito nuova linfa ed entusiasmo a una band che in quel periodo stava attraversando un periodo interlocutorio, una lievissima fase di appannamento. Oltre a mostrare una professionalità maniacale i ragazzi si rivelano precisissimi anche nel timing delle loro uscite, a perfetta cadenza biennale. 'Apocalypse' è l'ennesimo prodotto concepito e suonato in maniera impeccabile come da loro prerogativa, esaltante a livello di riffing da parte del trio d'asce che partono subito all' assalto con "New Rise", seguita dalle più compatte "The Ritual" e "Kingdom Of Madness" mentre "Blood, Sweat & Fear" rappresenta l'ideale incarnazione del connubio fra power teutonico e classico hard & heavy, un brano in cui si nota la penna di Mat Sinner dato che potrebbe essere benissimo inserito anche in un album solista del biondo bassista. "Supernova" è l'immancabile splendida semiballad dai toni struggentemente epici che ritroviamo come bonus track in calce al cd nella versione nipponica, meno heavy ma molto più ricca in termini di orchestralità. "Hounds Of Justice" è il singolo, una traccia meno convenzionale vista la presenza di elementi più modern ma che non stride affatto col marchio di fabbrica Primal Fear. L'elemento orchestrale torna a farsi sentire nell'articolata "Eye Of The Storm" con quel break strumentale da manuale che solo i grandi come loro possono sciorinare. La conclusiva "Cannonball" è forse la traccia meno convincente ma vi assicuriamo che non lesina nulla in termini di impatto ed energia. Di buonissimo livello anche le bonus track, niente di memorabile, ma con due brani come la ritmata "Into the Fire" e la sopracitata "Supernova" a spiccare nettamente sul resto. Ennesimo splendido esempio di coerenza quello fornito dal combo di Esslingen che, pur lasciando inalterato il suo stile, riesce sempre a garantire freschezza nelle composizioni introducendo a piccole dosi elementi di novità che non vanno a pregiudicare quelle caratteristiche di potenza e tradizione da sempre loro punto di forza.

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