PONAMERO SUNDOWN: Veddesta
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30/12/2015Il nord europa è la culla del metal europeo, la Mecca per il popolo metallaro del vecchio continente. La Grande Madre Svezia è rinomata per aver dato i natali a grandi band nonchè ad aver forgiato vere e proprie correnti musicali, si pensi al melodic death, conosciuto anche con il nome di Gothenburg sound. Eppure quando parliamo di metal scandinavo ci viene facile pensare a gruppi che si collocano nel filone power metal o melodic death, mai ci saremmo aspettati di ascoltare la band di cui discorriamo oggi. La band di cui siamo al cospetto risponde al nome di Ponamero Sundown e 'Veddesta' è il loro terzo lavoro su disco. L'album prende il nome da una zona industriale situata a nord di Stoccolma, ma il sound, caldo quanto un mezzogiorno nel deserto, granitico come le rocce delle montagne e denso di groove tanto da poterci riempire il Grand Canyon, non potrebbe essere più distante da questa terra di ghiaccio e neve, i nostri infatti propongono uno stoner di matrice tipicamente americana con sfumature dal sapore doom della migliore tradizione seventies. Il campanaccio ripetuto in maniera ossessiva di "Bottom Of The River" ci introduce in questo viaggio attraverso la polvere e il caldo torrido che ci evocano le note di questo album. Lo stile è da subito chiaro, un misto di rock pesante e monolitico che incontra la tradizione seventies, basta ascoltare i giri distorti di basso in "Restart My Heart", il riffing di "Hangman's Trail e le ritmiche funkeggianti di "Broken Trust". La durata media dei pezzi è abbastanza contenuta, ciò rende il disco scorrevole e fruibile anche a chi non è avvezzo al genere, eccezion fatta per "Rhinostodon", pachiderma sonoro introdotto da quello che pare essere un synth a cui segue la voce di Nicke, filtrata, con un effetto simil phaser che ci ricorda alcune produzioni dei Dead Meadow, e che ci accompagna lungo i nove minuti della traccia, guidandoci tra atmosfere doom e miraggi lisergici rievocati per l'occasione anche nella conclusiva "Dead And Gone". Giunti al termine di questi 38 minuti circa di rock duro e senza fronzoli non possiamo che ritenerci soddisfatti del viaggio e pensare che questo 'Veddesta' potrebbe essere il primo regalo che vorremmo scartare sotto l'albero.
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