POEMA ARCANUS: Transient Chronicles
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19/06/2014Spuntano ormai band doom/death metal dagli angoli più disparati della terra, anche se a dire il vero il Cile è già passato agli onori della cronaca per i Mar De Grises (osannati dalla critica), band con la quale i Poema Arcanus condividono l'amore per il genere in questione. Ciò che ci incuriosisce è come mai un disco uscito nel 2012 solo ora sia finito nelle nostre mani; ammesso che possa essere arrivato a nuoto, dal Cile al vecchio continente non ci avrebbe messo due anni, ma tant'è l'attesa aumenta il desiderio, e dobbiamo dire che l'opera in questione, della durata di 57 minuti, di spunti interessanti ne ha diversi, peccato solo che l'intensità non sia sempre la stessa e qualche brano lo avremmo volentieri eliminato dalla tracklist perchè ne inficia la qualità generale. Questo lavoro ingenera in chi l'ascolta una sensazione di disagio (come tutti i dischi dalla atmosfere plumbee ed oscure), ma stimolerà il vostro background spingendovi a scavare a fondo per trovare dei punti di riferimento a cui i cileni si ispirano, costringendovi a riascoltare più volte l'opera per la sua complessità. Un tour de force di dissonanze doom (Confessor), arricchite da passaggi progressive-death - "Omniscient Opponent" - sferzate da tastiere cosmiche, impreziosite da cori epici derivanti dalla loro anima latina e sublimate da una voce molto cupa nelle clean vocals (simile a quella del cantante dei Crash Test Dummies), e mefistofelica nel growling; il tutto è potenziato da una produzione assolutamente mainstream che dona al disco una profondità di suoni raramente udita altre volte. Ci si ritrova ad ascoltare brani strepitosi come "Omniscient Opponent", "Default Song" e "Fading", ad altri veramente anonimi o troppo lunghi in termini di durata - "Inquilinos" e "Errant Souls" dove l'ispirazione si impantana in sabbie mobili che la rendono sterile; non poteva certo mancare, infine, il solito ottimismo di cui molte opere similari sono pervase (Tomorrow will bring us Death da "Fugitive").
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