OFFICIUM TRISTE: Hortus Venenum
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14/09/2024L'estro nel trasformare in musica la malinconia e lo struggimento da parte dei rotterdoomsters (termine coniato dalla band stessa che proviene da Rotterdam), è con timore di scomunica o anatema (non la band), persino superiore a quanto fatto dai My Dying Bride che del genere sono stati tra i precursori. La pelle d’oca è la sensazione che provoca l’ascolto del nuovo lavoro degli olandesi; tra chitarre, violini e tastiere che dispensano intarsi di una bellezza brutale ed imbarazzante, si staglia la voce greve di Pim Blankestein che potrebbe sembrare un ossimoro, ma è il perfetto completamento del sound. Anche se le liriche vertono sul decadentismo e sul pessimismo c’è sempre un barlume di speranza di fondo (<<Is he an angel that tell me everything will be all right – or is he a demon that tell me to give up this life - what is right and what is wrong – this is the life in which I belong as I walk in shadows>>, da “Walk In Shadows”). Il loro doom/death travalica il genere e strizza il cuore fino a distillarne l’ultima commozione possibile, lasciandovi esausti ed in uno stato catatonico dopo aver provato qualsiasi tipo di emozione estatica. Oltre tutto ciò solo il paradiso.
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