PHARAOH: THE LONGEST NIGHT
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01/03/2006"The Longest Night" è il secondo lavoro degli americani Pharaoh, band dedita ad un Power Metal dalle forti radici americane con un pizzico di Prog. Stimolati dal discreto successo del loro album d'esordio "After The Fire", i quattro statunitensi si rimboccano le maniche e danno alla luce un disco ben rappresentativo delle loro capacità, tanto tecniche quanto compositive. Sulle prime non c'è nulla da dire: musicisti di ottimo livello, creano architetture melodiche solide ed accattivanti. Le seconde, quelle compositive, possono invece lasciar adito a qualche perplessità. Laddove infatti i pezzi risultano ben organici e, nel peggiore dei casi, quantomeno orecchiabili (testimonianza questa, tra l'altro, del fatto che la band non ecceda in un Prog ipertecnico, che toglierebbe parecchio pathos all'ascolto), si incontra il limite di una troppo diretta ispirazione: ritmiche o chitarre spiccatamente maideniane si alternano a passaggi alla Blue Öyster Cult (si veda a tal proposito la potente "By The Night Sky"); spuntano, appena accennati, giri alla Judas Priest di fine anni '80; si intravedono stacchi nettamente ispirati ai Motörhead più dinamici. Queste componenti così evidenti rischiano alla lunga di lasciar confuso e disorientato l'ascoltatore, che potrebbe svalutare l'intero disco senza un vero motivo per farlo. Inoltre questi "salti" rendono il disco stesso meno fluido, tendendo a stancare. Il risultato è che questo "The Longest Night", album di per sè ricco di pezzi più che validi (primi fra tutti l'opener "Sacrifice" e la già citata "By The Night Sky"), in particolari situazioni, sembra davvero "longest", addirittura interminabile. Nel complesso l'impressione rimane buona: il disco è ben scritto e ben suonato, ed il genere è abbastanza coinvolgente. L'importante è non ascoltarlo troppe volte di seguito: alla "prova di resistenza", infatti, non ottiene risultati impressionanti.
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