SYMPHONY X: PARADISE LOST
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25/06/2007A cinque anni dal precedente, e scoppiettante, "The Odyssey" tornano gli americani Symphony X con un nuovo album. "Paradise Lost", questo il titolo scelto da Romeo e soci, si pone come una via di mezzo fra gli ultimi due lavori del combo a stelle e strisce: musicalmente troviamo l'aggressività della sezione ritmica, che tanto aveva stupito in "The Odyssey", mischiata con la pomposità ed i refrain melodici di "V"; la voce di Russell Allen risulta anche lei in bilico fra pulizia e grezza violenza pur rimanendo sempre magnetica ed affascinante. Se guardiamo questo disco dal punto di vista di una produzione power metal, non posso che elogiare i ragazzi per l'ottimo lavoro fatto: melodie accattivanti di facile presa si mischiano a momenti più incisivi e potenti; la tensione non cala mai per tutta la durata del platter regalando all'ascoltatore tonnellate di musica altamente qualitativa. Tutti e cinque gli artisti suonano in modo egregio, come da tradizione ormai, e non è difficile prevedere come saranno accolte dai fans tracce del calibro di "Set the World on Fire (The Lie of Lies)", dell'oscura "The Serpent’s Kiss" e della ballad "Paradise Lost". Di contro, guardando all'anima più prog del gruppo americano, non possiamo non rimarcare la totale assenza di novità nel songwriting di questo nuovo album: non c'è nulla di nuovo sotto il sole, visto che la sopracitata ballads ha un giro di piano che ricorda pericolosamente "The Accolade", così come altre tracce risultano un mix ben elaborato fra l'anima dei due predenti lavori, ma senza mai osare nel creare qualcosa di nuovo. Va bene che stravolgere il proprio trademark è un'operazione che poche band possono fare senza accusare danni (vedi Dream Theater), ma mi aspettavo qualche elemento nuovo da parte di Pinnella e soci: così il disco suona sicuramente Symphony X anche al primo ascolto, ma forse troppo visto che non si è voluto spostare minimamente il tiro da quello che è la produzione recente del quintetto. La realizzazione tecnica (missagio, produzione, etc) è, manco a dirlo, di qualità stratosferica così come il bellissimo artwork che sembra direttamente uscito da un videogioco di ultima generazione o da un libro fantasy. A mio avviso, quindi, non ci troviamo di fronte ad uno dei capitoli meglio riusciti della storia dei Symphony X: purtroppo io, e non credo di essere il solo, mi aspetto sempre qualcosa di nuovo e di dannatamente travolgente dai "Fantastici 5, ed in questo caso non sono stato per nulla accontentato. I fans ed il pubblico meno prog oriended possono benissimo aumentare la votazione dell'album di 10-15 punti, portandolo intorno alle media delle recensioni del settore.
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