PERPETUAL FIRE: INVISIBLE
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28/02/2010Invisibile: forse si sono un po' portati sfortuna sin dal titolo i "nostri" Perpetual Fire, ma pare proprio che il loro secondo lavoro in studio sia tale di nome e di fatto. Autoprodotto, fuori dai sentieri classici del mercato, non viene comunque lasciato al suo destino: la band decide di distribuirlo gratuitamente via internet (qui, per intenderci), e se questa coraggiosa scelta pagherà o meno saranno i posteri a deciderlo. Per il momento ciò che vale la pena considerare è che di dischi decisamente meno validi, nei negozi, se ne trovano a pacchi. Non sono mai stato un fan accanito delle creazioni di Steve Volta, pur apprezzandone le dosi tecniche; gli ho infatti sempre riconosciuto dei notevoli limiti in termini di creatività. Eppure negli ultimi tempi il "chitarraio furioso" sta mostrando una crescita impressionante anche da questo punto di vista, ed arriviamo così ad "Invisible": sedici tracce, di cui tre bonus, che ribaltano qualunque preconcetto su di lui e sulla band. Già l'esordio "Endless World" non era malaccio, ma qui siamo a tutt'altro livello: godibilissimo nelle lineee melodiche, con una sessione ritmica di notevole spessore e chitarre plastiche ed ipnotiche, "Invisible" segna una maturazione della band davvero inattesa. I riferimenti chiaramente "Stratovarius-style" sono diminuiti in maniera drastica, insieme a quelli classicamente malmsteeniani. I nuovi brani sono accostabili ai Visino Divine più maturi, ma mantengono un occhio al lato più tradizionalmente Heavy, pur incorporando quest'ultimo in strutture tipicamente Power. Il risultato è più di un'ora di musica intensa ed ispirata, che appassiona ed emoziona tanto nelle tirate quanto nei passaggi più "soft", non accettando di lasciarsi inquadrare in uno stilema unico, freddo e rigido. E' qui che finalmente il Fuoco Perpetuo brucia, divampa, consuma. E non è solo cenere quella che resta alla fine: come osservando le ceneri si può capire se si è assistito ad un falò commovente o ad un fuoco disordinato, così dalle sensazioni che rimangono dopo l'ascolto si può ben dire di che livello fosse il disco, e se sia in grado di ripetere ciò che ha fatto e dato. L'ascolto riparte, e con esso il viaggio.
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