PAULY, HENNING: BABYSTEPS
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19/09/2006Dopo il precedente album "Credit Where Credit Is Due", pieno di idee ma con troppe diversità di stile fra una song e l'altra, torna Henning Pauly con una rock opera chiamata "Babysteps". La storia narrata nelle quindici canzoni è quella di Nick (Jody AshWorth), atleta professionista, che si trova su una sedia a rotelle in un centro riabilitativo. Lo scontro col suo medico (James LaBrie) e l'incontro con un altro paziente di nome Matt (Matt Cash) saranno parte integrante del percorso, difficile e tortuoso, verso il recupero motorio e psicologico del protagonista. Musicalmente ci troviamo di fronte ad una rock opera complessa e ben strutturata, poggiata su un songwriting convincente e maturo: Pauly si disimpegna suonando tutti gli strumenti con bravura, ed il quartetto di cantanti convince su tutta la linea, sia come tecnica esecutiva sia per l'interpretazione del ruolo assegnato loro. Davvero una sorpresa questo disco: musicalmente vicino a Savatage e Trans Siberian Orchestra, il disco riesce comunque ad avere un'identità tutta sua, frutto dell'ottimo talento di Pauly che è riuscito a ricreare, in settantacinque minuti di disco, le atmosfere delle grandi opere rock aggiungendo il proprio nome a quello degli altri grandi della musica mondiale che l'hanno preceduto su questa strada. Va comunque detto che il cd ha bisogno di qualche ascolto per essere metabolizzato a fondo: le prime volte questo "Babysteps" può sembrare ostico ma vi assicuro che, ascoltandolo a fondo, riuscirete a carpire per intero l'intima essenza del platter, e ne rimarrete sicuramente soddisfatti. La produzione risulta di buon livello mentre anonima è la cover, non certo un granchè a mio avviso: quest'ultimo particolare non ha comunque molta rilevanza visto che siamo al cospetto di un album da acquistare senza ombra di dubbio. Quindi se siete amanti di TSO o Savatage, ma anche semplici estimatori del prog, fate vostro questo "Babysteps", vi aspettano ore di musica raffinata e coinvolgente.
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