PAULY, HENNING: CREDIT WHERE CREDIT IS DUE
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05/12/2005A molti di voi forse il nome Henning Pauly non dirà molto, ma basta nominare il suo progetto più famoso (quel Frameshift con James LaBrie) per far capire a voi lettori la portata del personaggio di cui mi accingo a recensire il secondo disco solista. Il talentuoso Henning (già punto di forza dei Chain) ci presenta un album alquanto strano e spiazzante, composto per divertimento sicuramente ma che presenta molte ombre. Le dodici tracce presenti (tredici se considerate la bonus track) ci mostrano un artista poliedrico, capace di spaziare da sonorità numetal alla Linkin Park a brani rock spensierati come "I Don't Wanna Be A Rockstar" passando per tracce come "Halo", in cui Henning riedita le sonorità del videogioco omonimo. La produzione è il missaggio sono ottimi e la cover è ironica e divertente: il grosso problema di questo disco è che l'estrema eterogeneità della proposta musicale non si sposa con l'originalità e rende il disco una vera babele musicale di difficile interpretazione. Chi vuole un disco che suoni come una compilation di vari generi (anche molto distanti fra loro) può sicuramente fare un pensierino a questo disco, gli altri si orientino verso altre uscite targare Progrock Records...
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