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ROTH, ULI JON: UNDER A DARK SKY

data

09/10/2008
68


Genere: Rock Opera
Etichetta: SPV
Anno: 2008

E' ormai chiara la direzione che il chitarrista tedesco ha intrapreso da anni a questa parte. Cioè, coniugare rock e musica classica nel modo, ehm, più classico del termine. Con tanto di orchestra e coro reali, quindi niente tastierine Bontempi a pompare le composizioni. Un lavoro non facile, ma Roth ha l'esperienza ed il talento necessari per venirne fuori più o meno alla grande. L'apoteosi di questo percorso lo si era avuto con il precedente disco in cui il biondo chitarrista tedesco rivisitava a modo suo "Le Quattro Stagioni" di Vivaldi. Ora arriva sugli scaffali anche 'Under A Dark Sky' - con un carrozzone di artisti al seguito - e quel percorso diventa ancora più impegnativo. Il mondo è in rovina e Roth, pacifista di lungo corso, partorisce un'opera che vuole mettere a nudo il cuore della questione: senza retorica, quello di cui abbiamo bisogno è di quella luce posta lì, lontano, sul fondo dell'artwork. Il disco, però, qualche ombra ce l'ha: la digeribilità. Non per eccessiva lunghezza, ma per una proposta che non rappresenta alcuna novità, per uno stile che in larga parte si confondo con quanto già altri fanno da sempre - Blackmore, per dire, nasce con il pallino della musica classica che si fonde nel rock. Inoltre, aspetto fondamentale, è un lavoro complesso che seppur ascoltato in profondità ed in doveroso assetto anti-appisolamento non riesce a coinvolgere più di tanto. Certo che di lavoro ce n'è in abbondanza, dagli arrangiamenti alla ricerca di linee melodiche che assecondino la dicotomia che domina il disco, ma la voglia di skippare è tanta visti anche i tanti clichè che caratterizzano la struttura dei brani. Dalla sua parte Jon ha anche il coraggio, quello di una scelta stilistica non facile e completamente fuori mercato e per questo merita molta stima. Resta il fatto che il disco, pomposo, equlibrato, con buone prestazioni delle varie voci che si alternano di brano in brano - quelli di Mark Boals, Liz Vandall, compreso lo stesso Roth - decolla a tratti non riuscendo nell'intento di musicare come dovrebbe lo spirito appassionato impiegato nel concetto.

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