PARADISE LOST: GOTHIC
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26/11/2004Un pezzo di storia (grosso) della musica Metal passa da questo album, da 'Gothic' degli inglesi Paradise Lost. Di cose ne sono successe e di acqua ne è passata sotto i ponti anche solamente ad un anno di distanza dal debutto 'Lost Paradise' del 1990, che li aveva visti esordire per la Peaceville come una delle "nuove" bands di Doom estremo (altrimenti detto death/doom). 'Gothic' rappresenta una decisa ed importante evoluzione di quel sound grezzo, rozzo e dannatamente oscuro. Troviamo la stessa depressione, la stessa disperazione, ma il sound del gruppo ora si mostra più aperto ad innovazioni, ad aperture verso altri generi musicali, in particolare verso la Dark Wave degli anni '80. In questo disco (e basta ascoltarsi proprio la title-track dopo aver ascoltato qualche pezzo dal debut) vengono ripresi gli elementi più atmosferici che avevano fatto capolino nel debut e vengono ampliati: l'uso di female vocals, ad opera di sarah Marion, e l'utilizzo di tastiere che donano un che di maledetto a tutte le canzoni presenti. Naturalmente non è finita qui, anche perché ogni singolo elemento del gruppo si prodiga in sperimentazioni varie, primi fra tutti il singer Nick Holmes che oltre al suo classico grunt, prova a destreggiarsi con clean vocals (con risultati non degni di nota, ma solo per il momento) e il grandissimo Gregor Mackintosh, un vero genio della chitarra, che riesce quasi a far parlare il suo strumento, oltre a donargli un sound quasi ipnotico. Un'altra caratteristica nuova dei Paradise Lost di questo periodo è l'enorme progressione in quanto a songwriting: ogni canzone è differente da tutte le altre del lotto (se si esclude un riff di "Dead Emotion" che è stato ripreso pari pari da "Deadly Inner Sense" dal debut) e ciascuna con una propria anima, un proprio mood (sempre e comunque negativamente disperato). Non lo so perché all'epoca non avevo neanche dodici anni, ma probabilmente quando uscì, questo album deve essere stato un autentico colpo di fulmine a ciel sereno, visto che dopo la sua pubblicazione un po' tutto il mondo del metal estremo fu in ribollizione, nacquero molti gruppi interessanti, come ad esempio Katatonia, Crematory e Evereve, che non nasconderanno mai di vedere in 'Gothic' il punto saldo del proprio sound. Ma qual'è l'ingrediente segreto di questo disco? Senza averlo ascoltato attentamente è difficile da spiegare e capire, specialmente se prima non si è ascoltato il debut, ma si tratta di un insieme di particolari musicali, artistici e storici, che hanno poi portato alla nascita e sviluppo di quello che noi oggi chiamiamo Gothic Metal; se controllate la definizione che ho dato di quest'album però, noterete che ancora essa recita death/doom: non si tratta di una contraddizione in termini, ma solamente la constatazione che 'Gothic' ha dato il via ad un genere, ma non ne ha fatto parte, essendo legato ancora sia al Doom per tematiche, tempi ed atmosfere sia al Death per il sound generale, e le vocals (anche se tutto meno estremizzato che in passato). Anche se da come ne parlo sembra esserne esente, anche questo album mostra delle lievi pecche, la più netta delle quali è l'assurda registrazione che in pratica ha tagliato tutte le frequenze della cassa della batteria, che infatti è quasi indistinguibile e sembra più che altro una pulsazione! Mamma mia che scempio! Tirando le somme comunque, penso che questo sia un album non dico da amare a tutti i costi, ma per lo meno da ascoltare, se no naltro per rendersi conto da cosa è nato il Gothic Metal.
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