PALLAS: THE DREAMS OF MEN

Ad ogni nuovo disco i Pallas hanno sempre confermato la loro posizione tra le più alte in una ipotetica classfica delle migliori prog-rock band in circolazione, e questo nuovo "The Dreams Of Men" riesce nell'impresa di confermare ulteriormente e solidificare questa posizione. Impresa non facile considerato il precedente gran disco "The Cross And The Crucible".
Affini ma non "romantici" come il prog britannico di altre affermate band, sempre pronti a soluzioni spigolose e spesso avvezzi a portare avanti idee piuttosto che sentimento, i nostri proseguono per la loro strada con un disco che sfiora formalmente la perfezione strutturale, così carico di arrangiamenti tra l'evidente e quello più ostico o nascosto tra le pieghe dello spartito. Senza mai perdere d'occhio la melodia che fa da collante in ogni brano tenendo salde l'orecchiabilità e la progressione. Un disco di per sè classico che vanta una modernità straripante, sia in fatto di suoni grazie ad una produzione eccellente che mette in gran risalto tutte le sfaccettature del disco, sia in termini propriamente attuali così prossimi alla dissonanza. Un rock condito di prog oserei dire, vista la durezza che affiora durante tutti i settanta minuti ed oltre, con le keys che suonano metalliche e poche moribide rispetto ai canoni abituali del genere, e che fanno da oppurtuna colonna sonora alla copertina del CD. Da menzionare, poi, particolare che va a favore della digeribilità del disco considerata l'enorme durata, le diverse influenze e gli inserti che vanno dall'irish music ai Pink Floyd alla lirica con tanto di voce femminile che nella conclusiva "The Last Angel" suggella una grande prova complessiva che anche solo fare incorniciare sarebbe come svalutarla. Essenziali.