DIRTY PASSION: Different Tomorrow
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28/12/2010Ennesima band proveniente dalla Svezia, gran look, spirito anni '70 e '80 nelle intenzioni, suonano tantissimo nella loro madrepatria ed hanno aperto spettacoli per gente come Y&T, Faster Pussycat e, più recentemente, Crashdiet. Quel che realmente propongono è un hard rock di stampo tipicamente americano, una sorta di White Lion misto a Keel, oppure Trixter e un'ombra di Southgang per intenderci. Prendendo subito il toro per le corna, le note dolenti sono una produzione non all'altezza del genere ed in special modo nei suoni della batteria: il rullante sembra registrato in una lavanderia, le chitarre non incidono quando e quanto dovrebbero. Seguitiamo con il cantante, Emil, che è lacunoso in molti passaggi, al limite della poca estensione che ha in dotazione, nonchè una pronuncia inglese grossolana, caso più unico che raro per uno svedese. Anche la chitarra di Chris Olsson non è al livello che il genere richiede, anzi troppo elementare. Di positivo, paradossalmente, ci sono alcuni brani che se fossero stati registrati da musicisti migliori ed altrettanta produzione, ci proietterebbero di fronte ad un prodotto di prim'ordine. L'opener “This Is The Way“ è molto piacevole, così come la successiva “10000000 Voices“. Anche “A Trip To Paradise“ e la mid tempo “Selling Your Soul“ hanno ottimi spunti dove il singer tenta di imitare Joey Tempest con risultati alterni. Tirando le somme, purtroppo vincono i punti negativi che alla fine fanno pendere la bilancia verso il lato delle occasioni mancate, in questo genere si trova spesso l'opposto: ottimi suoni e produzione, brutti pezzi; qui è il contrario, anche la conclusiva “Without You“ è molto bella, spero che qualcuno prima o poi ne faccia una cover.
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