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NUCLEAR BLAST ALLSTARS: INTO THE LIGHT

data

14/07/2007
78


Genere: Power Metal
Etichetta: Nuclear Blast
Anno: 2007

La Nuclear Blast, tra le migliori case discografiche in circolazione, compie i suoi primi vent’anni d’attività e per festeggiare questo evento mette al lavoro gran parte dei musicisti presenti tra le proprie fila per realizzare una doppia release di qualità, oramai sempre più trademark della casa tedesca. Questo “Into The Light” compie la prima parte di questo cerimoniale, la seconda uscirà a Settembre e s’intitolerà “Out Of The Dark”, ed è dedicata principalmente ai gruppi Power presenti nel roster della Nuclear. Il main composer scelto è Victor Smolski, chitarrista dei Rage, che pone il suo personalissimo marchio di fabbrica su questi dieci brani carichi dell’energia che riesce a trasmettere con i Rage. Prima di analizzare le canzoni ed i loro relativi ospiti vi ricordo che questa è la prima occasione che abbiamo per sentire dietro all’ascia di Victor il drumming di Andre Hilgers, nuovo entrato in casa Rage che accoglie la pesante eredità di Mike Terrana passato ai Masterplan. ”Dirty Wings”: Protagonista di questo ruffianissimo brano d’apertura è Tobias Sammet (Edguy) che si adatta alla grande alle tinte Hard Rock di questo pezzo spinto da un refrain estremamente catchy e dal magistrale lavoro di Smolski, che sforna senza pietà riff e assoli di qualità. ”Terrified”: Victor c’è, Andre pure…poteva mancare all’appello l’oramai leggendario singer dei Rage Peter Wagner? E “Terrified” non delude, dimostrando di poter entrare tranquillamente nella prossima produzione di Mr. “Peavy” e soci grazie a dalle ritmiche schiacciasassi che ci lasciano intuire che il signor Hilgers, là dietro alle pelli, ce ne farà vedere delle belle in futuro. ”Ruling The World”: Visti i contenuti di ”Unia” questa è effettivamente l’unica occasione che abbiamo quest’anno per sentire cantare a Tony Kakko (Sonata Arctica) un pezzo Power. Un brano che raggiunge a malapena i tre minuti ma che arriva senza tanti fronzoli al punto riuscendo ad entusiasmare e a regalarci un egregio solo di Smolski nell’inedita veste di tastierista. ”Death Is Alive”: Brano che abbandona il filone Power del disco per avvicinarsi alle sonorità gotiche più consone al Mats Leven (Therion, ex-At Vance, ex-Yngwie Malmsteen) della recente "Gothic Kabbalah". Le atmosfere si fanno più oscure e “intime” ma l’impatto con il resto dei brani del lotto è decisamente infelice. ”Bloodsucker”: Per la serie “scova l’intruso” ecco a voi Schmier dei Destruction destreggiarsi con la creatura Thrash regalatagli da Smolski. Un pezzo dalle grandi ritmiche ma che risulta, senza troppi complimenti, il meno riuscito ed ispirato tra i presenti. ”Slaves To The Desert”: Accolto da un mood orientaleggiante Hansi Kürsch fa il suo ingresso in un brano sulla scia degli ultimi lavori dei Blind Guardian, quindi spazio alle atmosfere, sulle quali si destreggia agevolmente un contenuto Hansi, e alle schitarrate di Smolski, che in apertura del brano rischia di auto-plagiarsi. Nel complesso un brano piacevole ma nulla più. ”A Perfect Day”: Scende in campo il tanto amato ed odiato Andi Deris, erede al trono di Kiske in casa Helloween, in una canzone dalle ritmiche tiratissime che ci dimostra la versalità della propria voce, presente sia in versione “armoniosa” che in quella aggressiva che da un taglio spigoloso a questa pregevole “A Perfect Day”. ”Eternally”: L’outsider del giorno è Oddleif Stensland dei Communic, reduci dall’ottimo lavoro svolto con l’album "Waves Of Visual Decay ". Questa semi-ballata dalle tinte cupe ci lascia godere della voce sofferente di uno Stensland questa volta privo di granitiche chitarre in sottofondo. Brano piuttosto “banalotto” ma che ci regala atmosfere di qualità. ”Inner Sanctuary”: Con gli ultimi due brani gli standard del disco ritornano ad altissimi livelli, protagonista questa volta è lo spiritato Marco Hietala (Nightwish, Tarot) alle prese con un brano che si rifà ai Tarot di "Crows Fly Black". “Inner Sanctuary” è studiata a tavolino per funzionare alla perfezione, grazie ad un refrain eccellente e agli smisurati clichè che compongono questa traccia. Infallibile. ”In The Picture”: A pari dell’opener questa “In The Picture” fa le scarpe agli altri brani del disco, presentandoci una Tarja Turunen oramai estraniata dal discorso Nightwish e di nuovo alle prese con un brano Metal. Inutile discutere sulla sua prestazione vocale e su quella di Smolski, ora alle prese con un brano di stampo classico tra un delicato pianoforte e dei romantici solismi di chitarra che formano la perfetta “cornice” attorno a questo "quadro". Quando un esemble del genere si muove insieme non si può far altro che aspettarsi un ottimo risultato. Guidati dalla strabiliante versatilità di Smolski questi dieci artisti hanno saputo destreggiarsi sapientemente attraverso brani che spesso esulano dal loro lavoro quotidiano. A completamento del tutto troviamo un secondo disco contenente diverse bonus track, nuove versioni, tracce inedite e non (tra cui i neonati Ride The Sky di Uli Kusch ex di Helloween, Gamma Ray e Masterplan). Un disco sorprendentemente piacevole che saprà mostravi i propri assi.

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