NORTHWOODS: Wasteland
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04/11/2018Velo di inquietudine, urlo che ne strappa ogni titubante approccio, fantasia dirompente che tutto sommerge. Così, in poche righe, vi raccontiamo la prima fatica discografica dei nostrani Northwoods. Il loro è un hardcore dalle radici antiche, con sfumature noise ed il concetto di “math” a vivacizzarne l’essenza. Cadenze monolitiche e poi lapilli di adrenalina si susseguono, in un turbinio di emozioni e di cambi di atmosfera. A tratti impantanate, le note vorticosamente slacciano ogni concetto di sludge, alzandosi in volo e scaraventando via lontano quel fango caro al core più macilento. Wasteland è un conato di odio, un movimento involontario che nervosamente ci riporta in pista. Dapprima arenati, ci liberiamo emergendo da una palude, riuscendo a non dare alcun punto di riferimento preciso all’ascoltatore. Wasteland è la terra desolata in cui il ristagno di debolezze e paure viene scosso e febbrilmente sublimato in esalazioni mortali. Afflizione e speranza si alternano, in un moto perpetuo ed imponderabile, emozioni umane in cui la mesta consapevolezza non trova pace, grazie ad una chimera che appartiene alla natura stessa dell’uomo. Full-length d’impatto, dalla produzione perfetta e che contiene tutte le peculiarità per andare oltre i limiti delimitati dal filone. Gli amanti di Converge e Refused potranno ritenersi appagati, ma non solo. Chi ama infatti la musica, potrebbe senza paura approcciare a questi artisti. Album che non ha niente da invidiare a nessuno, genialmente caracollante e pronto a superare ogni prova di deja-vu. I Northwoods sono inflessibili nel voler dar libero sfogo alla loro personalità, ammaliando indubbiamente anche i palati più raffinati. Non possiamo allora che augurare ai ragazzi la fortuna e la considerazione che meritano, auspicando un futuro roseo per loro ed altre uscite, altrettanto stimolanti, per noi.
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