PESTE: Peste
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30/01/2019Se conoscete l’underground nazionale, nomi come Tutti I Colori Del Buio, If I Die Today, Papazeeta e Haram non vi suoneranno certo nuovi. Bene, dall’unione di intenti di musicisti facenti parte le band sopra citate nasce Peste, quello che potremmo definire un “diversivo” artistico a tutti gli effetti. Perché in questo mini omonimo d’esordio l’intento era sicuramente quello di presentarsi nella maniera più schietta e feroce possibile. Ci sono riusciti? Decisamente sì, in quanto questi musicisti danno l’idea di conoscere perfettamente quello che potremmo definire il lato più oscuro del punk-hardcore odierno. Quindici minuti di assedio sonoro, passando tra Converge e Botch arrivando poi a stacchi che mi riportano alla mente quei geni mai compresi chiamati Planes Mistaken For Stars. Un lavoro che nella sua furia pone in evidenza il gioco di squadra di questa band, perfettamente a suo agio in un contesto sonoro dove spesso e volentieri si finisce nel caos più totale, cosa che qui accade ma in una situazione talmente lucida da far quasi paura. Chi non ha sicuramente avuto timore di affrontare una nuova sfida come i Peste è il frontman Marco Fresia la cui sete di violenza partita già con l’ultimo capitolo targato If I Die Today si è trasformata qui in una bestia assassina, con uno screamo graffiante e testi che pongono in risalto odio per ogni forma di religione e rabbia rivolta alla società odierna. Un gran bel mini insomma, nero quanto basta a farvi passare un quarto d’ora di pura misantropia.
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