NORTHER: DEATH UNLIMITED
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13/10/2004Ed ecco che con inquietante precisione nordica tornano a farsi vivi i Norther, gruppo sorpresa di un paio di anni fa che mi aveva letteralmente folgorato con l’eccellente debut “Dreams Of Endless War”, confermando poi le mie impressioni con il successivo “Mirror Of Madness”, entusiasmante platter di death melodico scandinavo finalmente lontano dallo stampo Bodomiano, recensito e incensato proprio dal sottoscritto su queste pagine virtuali. L’assaggio che si è avuto di questa nuova fatica dei Norther ovverosia l’ep “Spreading Death” faceva sperare in bene; l’assalto all’arma bianca di “Death Unlimited” (ovviamente title-track del full length) non lasciava scampo, anche per merito di un refrain assassino immediatamente memorizzabile. Purtroppo, e mi duole dirlo, le mie aspettative hanno cozzato contro un prodotto che poteva essere decisamente superiore; perché, mi chiederete. Presto detto, i giovani scandinavi a quanto pare hanno deciso semplicemente di adagiarsi sugli allori e vivere della rendita dei primi album, cercando di levarsi al di sopra di ogni sospetto inserendo inserti ‘novità’ un po’ a casaccio e decisamente fuori luogo, su tutte le orripilanti clean vocals di brani come “Fallen Star”. “Death Unlimited”, comunque, non è un disco malvagio. Come già detto, ci si ritrovano un po’ tutte le caratteristiche peculari del sound dei Norther, dalle ritmiche thrashy alle sempre piacevolissime armonie di tastiera; non mancano nemmeno stavolte le strutture ‘progressive’ delle canzoni (anche se quest’anno nello stesso campo d’azione gli Skyfire hanno fatto molto meglio) che però a differenza del lavoro precedente non riescono a colpire nel segno, e oltre a non rimanere in testa non sono neanche ‘sta gran bellezza. Vi dirò la verità, al contrario che in “Mirror” si fatica ad arrivare alla fine dell’album senza annoiarsi, e questo non gioca certo a favore della formazione finlandese; “Death Unlimited” purtroppo è il manifesto di una band che per giocare sul sicuro è rimasta saldamenta ancorata al passato, ma non come possono fare gruppi tipo Malevolent Creation, forieri di una coerenza musicale attinente al genere proposto…no, i Norther si sono limitati a depotenziare tutto ciò che è stato fatto da loro in precedenza e a sfornare un contentino per i fan, che forse avrebbe funzionato in tempi di vacche magre, ma che allo stato attuale delle cose e a fronte delle imvasioni dei cloni finnici (Wintersun, Imperanon e compagnia vagante; scusate ma non smetterò mai di sparare su questi due emblemi della finta cattiveria Made In Finland) risulta deludente, avvilente e persino offensivo nei confronti di chi era ben predisposto verso questa band. Speriamo sia solo un momento di transizione, anche se va detto e lo ripeto, il disco è buono. Ah, stavolta ci sono pure i cori a là CoB.
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