NIMH: SUBTERRANEAN THOUGHTS
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14/12/2007L'incarnazione solista di Giuseppe Verticchio nelle vesti di Nimh vanta una corposa lista di titoli. "Subterranean Thoughts" esce nel 2005 per Silentes e ci presenta l'artista romano alle prese con un approccio più sperimentale rispetto alle produzioni più recenti - Hall Of Mirrors e Amon/Nimh - che ho avuto il piacere di ascoltare e recensire. Una sorpresa la chitarra che governa la struttura della title track, inquietante nella sua accordatura "più bassa dell'inferno". Un accordo stridente, pieno e magmatico che sembra vomitato fuori da un disco dei Kyuss; stessa cosa per l'intrusione tribale a metà brano in "Perpetual Cycles" quando percussioni s'innestano nel drone impreziosendo la trama ambient di fondo; "The Liquid Dream", invece, sembra nascere dall'amore per i Pink Floyd e per la psichedelia settantiana e fluttua su frequenze leggere ma con un passo maestoso che sa di epico. Etereo, cinematico come in "Recovered Memories" che dà vita ad una vecchia cinepresa che fa girare rulli con filmati sbiaditi ripresi durante l'infanzia. Un diario di famiglia che nasconde anche un peso dentro al cuore che non si riesce ad esorcizzare; la fase armonica posta sul finale di "Back To Laudomia" spezza un tormento ossessivo e strugge dolcemente. "Subterranean Thoughts" è un lavoro con una valenza introspettiva ed allo stesso tempo cosmica, figlio di una concezione del tempo e dello spazio intesi rispettivamente come cammino della memoria e sede del pensiero. Un altro disco intrigante, profondo, che sa lanciare uno sguardo oltre il genere e farsi custode di tanti piccoli segreti e visioni che non aspettano altro che essere condivisi ed interpretati.
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