BLACKRAIN: Dying Breed
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08/10/2019Tra le revival band del suono sleaze i Blackrain sono tra coloro che meglio hanno catturato lo spirito frivolo e gradasso del rock’n’roll targato anni ’80. I quattro angeli con la faccia sporca sono tornati per urlare al mondo “noi siamo il caos” ("We Are The Mayhem"): ovvero, suonare rock’n’roll a tutto volume ed organizzare party selvaggi. Quando un album come ‘Dying Breed‘ contiene riff efficaci, cori incisivi ed una produzione (che strizza più di un occhio ai suoni moderni) in grado di esprimere il meglio dei Blackrain il gioco è fatto: la scrittura, una sana cattiveria in corpo, ed un terminale vocale come Swan fanno il resto. È evidente che il quartetto transalpino ha assimilato lo stile edonista immortalato nei dischi dei Ratt, Skid Row e Motley Crue, senza tralasciare il suono classico di chi né ha tracciato i solchi: AC/DC, Alice Cooper, Hanoi Rocks. Che il party abbia inizio! Un paio di birre, qualche tipa giusta da rimorchiare e via con il rock’n’roll corrosivo e scalciante di "Blast Me Up"; ma se "Hellfire" fa sorridere per la sua assomiglianza con "Looks That Kill", "Nobody Can Change" è nitroglicerina pura. A parte l’unico momento di rilassamento con la ballad "All Angels Have Gone", i Blackrain giocano duro con l’unico scopo di non passare inosservati: obiettivo centrato!
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