NAPALM DEATH: SCUM
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12/12/2003Nel lontano 1987, quando gruppi come Slayer e Metallica dominavano la scena, il thrash, almeno negli States, era il movimento sovrano, e nessuno avrebbe mai immaginato che il mondo della musica estrema stava per spingersi ancora più in là : lo scossone questa volta proveniva dalla vecchia Europa, in particolare dall'Inghilterra, che già aveva avuto un ruolo decisivo in campo metal, essendo la patria di gruppi del calibro di Black Sabbath o Iron Maiden, tanto per citarne due tra i più noti. Capostipiti di questa nuova forma di assalto sonoro sono stati i Napalm Death, già attivi dai primi anni ottanta come devastante punk band, ma balzati all'onore delle cronache per il loro terremotante debut album "Scum". Mick Harris, primo drummer della band, associa alla proposta musicale del gruppo il termine "grind" (frantumare) e visti (e sentiti) i tempi ultraveloci su cui si sviluppano le Napalm songs, l'accostamento pare effettivamente azzeccato, permettendo così all'album in questione di diventare il vero punto d'origine del neonato sottogenere estremo. Nonostante sia composto dalla bellezza di ben ventotto tracce, l'opera prima dell'act inglese dura solamente poco più di mezz'ora! Ciò è dovuto alla presenza di brani a dir poco essenziali, il cui testo è magari costituito semplicemente da una frase: "You suffer… but why?" tanto per citare il caso più eclatante. I temi trattati sono più che altro accuse tuonanti che colpiscono il mondo politico, e pesanti scariche di odio verso una società manipolatrice che rende schiave le menti impedendo il pieno libero sviluppo dell'individuo (<< Born on your knees, Life in chains, A slow death into your graves >>). Perfetta è la prova vocale di Lee Dorrian che col suo growling profondo e roboante, prettamente death, impreziosisce i brani da lui interpretati (altri sono cantati da Nick Bullen) esaltandone a dismisura la ferocia, soprattutto quando si tratta di criticare l'atteggiamento dei potenti, pronti a sacrificare di tutto, vite umane comprese, pur di raggiungere l'obiettivo finale dell'arricchimento personale. Da segnalare assolutamente "Multinational Corporations" e "Instinct Of Survival", devastanti invettive contro le imprese multinazionali e lo sfruttamento ai danni dei paesi più poveri : una sorta di attitudine no global ante litteram, espressa molto prima che il citato movimento di protesta diventasse un fenomeno sociale (altro che Manu Chao!). Qualitativamente parlando, non si può certo dire che "Scum" sia un lavoro eccelso, anzi, tutt'altro : la produzione caotica ed un sound "intestinale" fanno di questo primo studio work dei Napalm Death un concentrato di distorsione e ruvidezza che molti non esitano a definire come un vero e proprio olocausto sonoro, tanto sottile è la differenza tra la proposta della band inglese e la cacofonia pura e semplice. Il risultato ottenuto in questo modo è comunque l'obiettivo che Mick Harris e soci si erano prefissati: spingersi al limite massimo dell'estremismo musicale, fermandosi però poco prima di cadere nel baratro del chaos.
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