NAPALM DEATH: TIME WAITS FOR NO SLAVE
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16/01/2009Incazzati e riottosi come sempre, Barney e compagnia si ripresentano alle scene col quattordicesimo (!) studio album, la cui recensione potrebbe essere tranquillamente liquidata dicendovi "cazzo, ma le vedete o no la N e la D in copertina, eh? Che aspettate, compratelo, bestie!" Ovviamente non sono così furbo, quindi adesso le dita sulla mia Qwerty vi racconteranno come i nostri ne hanno azzeccata un'altra, mantenendo la scia positiva dell'ultima decade. In questa release il sound ha assunto ancora di più elementi Death, soprattutto nei riffoni assassini di Mitch Harris. E già dall'opener "Strongarm", seguita dalla ferocissima "Diktat", si intravede il desiderio di distruzione dei nostri, confermato poi nella mazzata "Work to Rule" e nella title track, dove ci si avvicina di più al grindcore. Poi ci si avvia verso lidi decisamente più hardcore con le moderate "Passive Tense" e "Procrastination Of The Empty Vessel". Non si dice nulla di nuovo in 'Time Waits For No Slave', siamo sempre nei territori che ben conosciamo, e questo non può che far piacere, ovviamente. I fan sapranno già cosa fare, quelli che pretendono innovazione e novità possono tranquillamente rivolgersi altrove. Non c'è altro da dire. P.S. Disponibile anche una versione limitata con due bonus track.
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