METALIUM: GROUNDED - CHAPTER EIGHT
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08/11/2009L'incredibile saga trasformista dei Metalium prosegue con l'ottavo capitolo, un full lenght da digerire in una lunga serie di ascolti ma dalle notevoli e soddisfacenti sorprese. I "nostri" ci hanno ormai abituato a cambi stilistici al limite della riconoscibilità, ed anche questa volta prendono in contropiede: se da un lato siamo sempre all'interno del panorama Power di chiara matrice teutonica, dall'altro la band ama spostarsi di continuo all'interno di detta vastità ambientale, ed è proprio ciò che fanno anche questa volta. Fin dall'opener è chiaro come l'idea sia quella di investire, come sempre, sulla potenza dell'impatto sonoro: una vera fucilata, ed un omaggio alla grezzaggine di cui molti tra noi metallari vanno ironicamente fieri. "We are Hevay Metal: if you don't like it, fuck you!" Direi che già questo la dice lunga. Il disco non prosegue poi in maniera costante, e visti itrascorsi della band credo sia cosa buona e giusta (quando i Metalium hanno voluto creare qualcosa di seriamente lineare, il risultato è stato piuttosto insoddisfacente). Si spazia, quindi: dalle cavalcate trascinanti ('Pay The Fee', 'Falling Into Darkness') alla ballad straziante ('Borrowed Time'), dall'opus magna dall'incedere lento e granitico ('Pharos Slavery') ai mid tempo atmosferici('Crossroad Overload', 'Alone'), "Grounded" è un disco per molti palati. Riemergono, sapientemente elaborate, quelle fondamenta fortemente radicate nell'esempio di gruppi come i buoni vecchi Helloween, ma senza eccedere: sono vaghi rimandi, sentiti tributi, mai spudorati plagi, e questo è uno degli aspetti che più intrigano in questo disco. Molti grideranno allo scandalo, non ci sono dubbi. Sosterranno che sia una band incostante, che non sa scegliersi una strada e mantenerla. Ma molti altri apprezzeranno, e molto, il nuovo lavoro di un gruppo che ormai si conferma, disco dopo disco, una delle migliori realtà del Power centroeuropeo.
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