ROVESCIO DELLA MEDAGLIA : Contaminazione 2.0
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24/11/2020Il Rovescio della Medaglia, per chi non lo sapesse, era una delle più interessanti e talentuose band del glorioso movimento progressive italiano degli anni '70, quello che fece scuola e che fu ammirato in tutto il mondo. Loro, insieme a gente del calibro di PFM, Banco del Mutuo Soccorso, New Trolls, Le Orme e tanti altri furono gli alfieri di un periodo musicalmente d’oro ed irripetibile per la nostra penisola. La band romana taglia il traguardo dei 50 anni di attività con una line-up rinnovata e con un live celebrativo in cui ripropongono per intero il loro terzo meraviglioso album, 'Contaminazione' del 1973, alla cui stesura partecipò Luis Enriquez Bacalov, famoso direttore d'orchestra e compositore di molte colonne sonore cinematografiche (vinse un Oscar con "Il Postino" di Troisi), già collaboratore con i New Trolls per 'Concerto Grosso' e con gli Osanna per 'Milano Calibro 9'. L’album fu ispirato dai preludi e fughe di J.S. Bach, e per i testi prese spunto dal tema di un presunto figlio scozzese non riconosciuto dal grande compositore tedesco. Il risultato fu un successo tale che spinse la RCA a pubblicarne anche una versione in lingua inglese ('Contamination'), e oggi è considerato una pietra miliare del rock progressivo. La riproposizione live di questo capolavoro non poteva che essere celebrato in una location unica come la splendida cornice dei ruderi dell’Abbazia di San Galgano, uno dei siti più suggestivi d’Italia. E’ una fortuna che sia stato immortalato su disco, perché un album seminale come 'Contaminazione' merita di essere riportato alla ribalta, di essere riproposto ad un pubblico nuovo e di essere “ringiovanito” con un sound dei giorni nostri che lo rende ancora incredibilmente attuale. La presenza di un quartetto d’archi e la partecipazione di Vittorio De Scalzi dei New Trolls al flauto rende il tutto ancor più speciale ed epico. 52 minuti di pura magia corale e di grandi canzoni che esaltano sia la preparazione tecnica dei singoli musicisti (tra cui spiccano le indubbie doti vocali di Nicola Costanti) che l’incredibile capacità compositiva di Enzo Vita, l’unico rimasto della formazione originale. Un disco destinato non solo agli amanti del genere, ma anche a tutti quelli che sono curiosi di conoscere uno dei periodi musicali più gloriosi e fertili della storia italiana.
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