LORDS OF BLACK: Icons Of The New World
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14/05/2018Continua oltre le più rosee aspettative il processo di crescita del talentuoso vocalist cileno Ronnie Romero che nel giro di pochissimi anni si è posizionato tra i migliori vocalist di stampo classico in circolazione, proveniente dalla scuola dell'altro (e leggendario) Ronnie, più o meno simile come impostazione a Johnny Gioeli, anche se a differenza di costui ci sono ancora margini di miglioramento vista la sua abbastanza giovane età; giova inoltre ricordare che Romero è stato selezionato da un certo Ritchie Blackmore per l'ennesima reincarnazione dei Rainbow. Tornando all'attualità questa nuova release del combo spagnolo può essere considerata come la naturale prosecuzione di quanto espresso nei due precedenti lavori, un metal piuttosto elaborato e non sempre di immediata assimilazione, ma che non deve passare assolutamente sotto traccia vista la notevole caratura tecnica di ciascun componente all'interno di un processo compositivo sempre in fermento. Prevalgono le sonorità nella tradizione del metal classico d'annata con qualche punto di contatto sia con il power americano che con il prog, i brani pur essendo articolati riescono molto bene nell'intento di non annoiare, l'esempio più calzante è dato dalla conclusiva "All I Have Left", undici e passa minuti di ricchezza compositiva difficilmente riscontrabile in questo genere con un break strumentale impressionante e con passaggi solisti di Tony Hernando da far spellare le mani, ma il potenziale dei Lords Of Black non è limitato solo ai pezzi più cadenzati e riflessivi perchè la forza d'urto di una traccia come "When A Hero Takes A Fall" è capace di mandare tutti al tappeto, e "King's Reborn" è una splendida lezione su come si possa variare l'approccio esecutivo all'interno di una singola canzone senza snaturarla minimamente. Anche il resto del materiale si mantiene su un livello tra il buono e l'ottimo con momenti di suggestiva epicità e colate di metallo purissimo, oltretutto con un lavoro di produzione veramente perfetto da parte di un asso quale Roland Grapow, maniacale tanto nella pulizia quanto nella calibratura dei suoni. Proseguendo su questo binario, per i Lords Of Black il raggiungimento dell'eccellenza non sarà una chimera.
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