LORD WOLAND: Below
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01/02/2017Il sig. Valand, alias Faland o Woland, più semplicemente Satana, protagonista del Faust, celebre poema di Goethe legato a doppio filo con la magia e in generale con il mondo dell'esoterismo e dell'oscurità, viene qui evocato dalle profondità del lago di Bolsena da questo giovane power trio capace in così poco tempo di guadagnarsi le simpatie e gli attestati di stima di recensori ed appassionati dell'underground italiano. Ci troviamo in una periodo storico dove molte band stanno ripescando dal passato quanto egregiamente fatto dai loro predecessori negli anni 70, assistiamo in tutta Europa al fiorire di nuove e interessanti realtà musicali orientate in questo senso. I Lord Woland possono essere considerati fratelli degli svedesi Mangrove o dei Ponamero Sundown, con i quali condividono sicuramente sonorità e più in generale lo spirito musicale. Le sonorità proposte sono un mix di stoner e doom così come queste si presentavano agli albori, quando tutto questo era semplicemente ROCK, prima delle semplici e facili catalogazioni cui siamo tutti un po' abituati in questa era moderna. E forse il termine adatto è proprio "Rock" per riuscire meglio a definire la proposta musicale offerta; tra le sfumature sonore è impossibile non cogliere la musica "nera" della chitarra stuprata da Jimi Hendrix, specialmente in "Rotten Apple" che si contraddistingue per l'ampio spazio dedicato all'improvvisazione e alla celebrazione della sei corde con un assolo davvero degno di nota dalle tonalità acide e lisergiche che contraddistinguono anche il solo che troviamo nella traccia d'apertura, "Abra Cabala". Quest'ultima si presenta come un up-tempo introdotto da un robusto riff lento e monolitico come da tradizione doom. A darci il commiato da questo breve ma intenso lavoro ci pensa "Gloominade", traccia più misteriosa del platter, dai sapori mistici ed esoterici che si muove su ritmi più pacati e riflessivi. Probabilmente tra le tracce più riuscite del platter insieme a "Rotten Apple", apprezzabile soprattutto per la sua vena decadente e per le atmosfere oppressive e cadenzate. Giunti alla conclusione dell'ascolto, le impressioni non possono essere che positive, trovare il punto debole di questo lavoro è davvero arduo per chi scrive. Anche sotto il punto di vista della resa sonora, nessuna critica può essere mossa, gli strumenti sono tutti sullo stesso piano, le registrazioni sono cristalline, non impastate e non hanno nulla da invidiare a gruppi blasonati della scena internazionale. Promossi a pieni voti.
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