IT BITES: THE TALL SHIPS
data
13/11/2008Dopo quasi due decadi di silenzio ritornano gli It Bytes con formazione per metà cambiata. Rimpiazzato Frank Dunnary - lasciando la band al tempo ne decretò anche lo scioglimento - con John Mitchell(Arena), il gruppo risorge con 70 minuti di musica in cui prosegue il discorso interrotto nel 1990, e ne rinnova i connotati. 'The Tall Ships' è un misto di prog rock d'oltremanica caro a gente come Pendragon, Pallas, IQ ed agli Yes della seconda parte della loro carriera - quella più finemente rock, per intenderci - e di elegante e pomposo rock melodico. In tal senso, provate ad ascoltare "Fahrenheit" e ditemi se non ci sentite linee melodiche tipiche degli Harem Scarem. Un disco che impressiona per la qualità degli arrangiamenti, per esecuzione, per un suono moderno e caldo allo stesso tempo, e soprattutto per una quantità di brani davvero accattivante. Forse solo "Great Disaster" non risulta all'altezza, poco convincente con la sua prolissa cantilena ripetuta per tutto il brano. Per il resto siano di fronte ad un piccolo gioiello, a brani come "The Wind That Shakes The Barley" che da solo vale la pena dell'acquisto del CD, con un ritornello che ti si inchioda nella testa e che intoni anche mentre dormi. Tappeti di tastiere e chitarra - quest'ultima vibrante anche in fase solista - che danno vita esclusivamente ad emozioni senza mai snaturarsi in inutile tecnicismo sono il motore principale di 'The Tall Ships', lavoro ispirato, dinamico, romantico, affascianante. "Ghosts" incanta, "For Safekeeping" mette i brividi, "This Is England", lunga e sontuosa suite dove entrano in gioco inevitabilmente anche i Genesis, danno ulteriore lustro ad un ritorno col proverbiale botto. E che botto: riecheggerà a lungo, molto a lungo.
Commenti