UNCOMMON EVOLUTION: Junkyard Jesus
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14/08/2017Nuovo EP in uscita per la stoner band a stelle e strisce che fa sentire la sua roboante presenza fin dalle terre verdeggianti e remote del Montana. Soli quattro pezzi per convincere l'ascoltatore e dare prova della propria capacità compositiva e dell'attitudine al rock più duro e spigoloso. Cominciamo subito con la title track "Junkyard Jesus" che se non conosciamo la proposta musicale degli Uncommon Evolution offre sicuramente un ottimo e completo biglietto da visita, dando saggio degli elementi essenziali che contraddistinguono ed imperniano il sound del quartetto americano. Il brano si presenta con un appeal bluesy, soprattutto nei riff di chitarra acidi di hendrixiana memoria sui quali insistono le liriche ruggite dalla voce da grizzly di Briar Gillund. I brani si assestano tutti su un morbido mid tempo indurito dalle ritmiche granitiche e "fuzzose" della coppia di asce Gillund/Riotto che ne rende piacevole e facile l'ascolto e che ci fa muovere la testa a ritmo di musica. Possiamo riassumere il sound degli U.E. come l'incontro tra lo stoner più crudo e ruvido dei Truckfighters e lo spirito prettamente settantiano dei Crobot, ma non senza qualche elemento di modernità, come in "King Of The Heep", brano sicuramente dal sound più particolare che si discosta dai precedenti tre. Le distorsioni diventano più sature e il sound vira verso le sponde degli anni novanta, la voce acquista una timbrica effettata più profonda e cavernosa, il ritmo abbandona il canonico mid tempo che ha dominato l'intero EP per diventare più serrato e rabbioso con la voce che insegue le ritmiche febbrili delle chitarre. Le idee senz'altro ci sono, ma ora aspettiamo di vedere se le aspettative saranno confermate in sede di full lenght. Ai posteri l'ardua sentenza.
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