isole: silent ruins
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26/02/2009"Quello che non strozza ingrassa" diceva mia nonna. E diceva bene. Gli Isole, (o ex Forlorn se preferite) ritornano dopo neanche un anno di assenza con un nuovo album dal titolo 'Silent Ruins' per l'austriaca Napalm Records, ora attivissima anche nel campo del metal più epico e vichingo. Rispetto all'uscita precedente, qui molto ben documentata ad opera del sottoscritto, Daniel Bryntse e soci non hanno poi cambiato molto, anzi a vedere bene nulla è cambiato nella formula sonora-stilistica del gruppo svedese, se non una leggera estremizzazione del sound. Ma tutte le altre caratteristiche sono rimaste intatte. A livello di testi, 'Silent Ruins' parla di una storia alquanto apocalittica di un uomo che si risveglia senza avere però alcun ricordo di come il mondo sia giunto alla propria fine. (un po' come se il protagonista di 'I Am Legend' perdesse avesse perso la memoria sin dall'inizio). In ogni canzone piano piano frammenti e visioni cominciano a riaffiorare e tutti questi dettagli portano poi ad una devastante conclusione. Come al solito il cantato di Daniel Bryntse è molto evocativo ed epico nel suo incedere, a volte monotono e ripetitivo, ma l'effetto è quello voluto di creare un senso di inquietudine e claustrofobia (e le tematiche trattate lo richiedono). Musicalmente si diceva che a parte una leggera estremizzazione del sound gli Isole sono rimasti fedeli al doom metal tradizionale di scuola nord europea, pur suonato come si conviene ad un gruppo del 2009.
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