ISOLE: Dystopia
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14/01/2020Ritorno in stato di grazia per la formazione svedese dopo il mezzo passo falso di 'The Calm Hunter', con il nuovo lavoro (ed ennesimo cambio di etichetta) si candidano seriamente a dare un sequel al capolavoro 'Nightfall' che i Candlemass di Messiah Marcolin non sono più riusciti ad eguagliare in quanto ad intensità, epicità ed ispirazione; tenendo presente che i brani non scendono mai sotto i sei minuti di durata, la band riesce nell'intento di non scadere mai nel ridondante, effimero o prolisso. La recensione potrebbe tranquillamente finire qui, poichè chi conosce il disco dei Candlemass a cui si fa riferimento sa perfettamente della qualità di cui stiamo parlando e gli Isole sono riusciti nell'intento di attualizzarla senza scadere nel plagio, ma enfatizzando, con una produzione stellare, le caratteristiche di cui sopra, una voce ispiratissima e profonda che non disdegna la sepolcralità del growling senza uscire fuori contesto. Mid tempo rocciosi, imperiose cavalcate "The Beholder", chitarre bombastiche e melodie malinconiche a profusione come nella migliore tradizione del doom con qualche sconfinamento nel doom/death e nel funeral di "Written In The Sand", l'immancabile campana a morto foriera di nefasti presagi di "You Went Away" e le derive industrial di "Galenskapens Land" chiudono il cerchio. Completa la missione una copertina che colpisce immediatamente l'occhio.
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