IMPELLITTERI: PEDAL TO THE METAL
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05/03/2005Il leggendario guitar hero californiano Chris Impellitteri giunge qui al suo al ottavo full lenght, a tre anni di distanza dal precedente “System X”, datato 2002. Impellitteri è un chitarrista che non ha bisogno di presentazioni: in circa vent’anni di carriera ha adattato le sue indiscutibili capacità tecniche ad un hard rock roccioso e vitale, che spesso sfocia nel puro heavy metal. Il suo stile si può considerare vicino a quello di un altro virtuoso delle sei corde: Yngwie J. Malmsteen, dal quale Chris riprende soprattutto lo stile barocco e neoclassico. Il grande artista si presenta qui con una formazione rinnovata, che vede alla voce la presenza di Curtis Skelton, il quale sostituisce nientemeno che Rob Rock. Quest’ultimo lavoro costituisce per Chris una vera e propria sperimentazione di molteplici generi musicali, dal US metal fino all’hard rock di stampo scandinavo (nell’edizione giapponese “The Kingdom of Titus” veniva presentata come “The Fall Of Titus (American Metal vs. Swedish Metal)), passando per generi insoliti come il crossover. Forse proprio in questo sta la forza di questo album: nella voglia di sperimentare, attitudine solitamente atipica per i guitar hero, che spesse volte ci propongono dei semplici esercizi di abilità chitarristica che, per quanto apprezzabili o addirittura stupefacenti, alla lunga finiscono per stufare l’ascoltatore, soprattutto se quest’ultimo non suona la chitarra. Non che con questo intenda disprezzare in toto il lavoro di artisti del calibro di Yngwie Malmsteen o Joe Satriani, solo per citarne alcuni; intendo solo dire che troppo spesso nelle opere di questi artisti l’importanza attribuita alla chitarra, che necessariamente deve essere preminente, finisce per essere quasi totale, e ciò rischia di compromettere la qualità dell’opera intera. Quello che invece si propone di fare Impellitteri è esplorare sonorità sinora inesplorate dai sui colleghi (come appunto il crossover), valorizzare la qualità complessiva degli arrangiamenti e dei brani proposti, condendo il tutto con assoli spettacolari, come si richiede ad un chitarrista del suo calibro. Ciò fa sì che i momenti positivi del disco non si fermino solo agli assoli di Chris, ma che l’attenzione dell’ascoltatore si rivolga anche ai brani presi nella loro interezza, il che rende questo disco davvero un ottimo lavoro: episodi felici come “The Kingdom of Titus”, “Dance with the devil”, la violenta “Crushing daze”, la neoclassica “The writing’s on the wall” e persino la curiosa P.U.N.K. (heavy metal punk!) valorizzano appieno l’impegno riposto da Impellitteri nella realizzazione di questo album. Da segnalare che l’edizione giapponese (la cui data di uscita è fissata, a quanto dice Metal Archives, per il 25 marzo), pubblicata dalla JVC, presenta una tracklist completamente diversa rispetto all’edizione europea che mi trovo a recensire, includendo anche una traccia qui non presente, “Stay tonight”. Per completezza vi fornisco qui la tracklist di questa edizione: 1. The Writings On The Wall 04:12 2. Crushing Daze 02:34 3. Destruction 03:39 4. Dance With The Devil 03:40 5. Hurricane 04:19 6. Judgment Day 03:19 7. The Iceman Cometh 03:37 8. P.U.N.K. 03:36 9. Propaganda Mind 04:10 10. Stay Tonight 03:53 11. The Fall Of Titus (American Metal vs. Swedish Metal) 03:27
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