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Anvil: Juggernaut Of Justice

data

22/07/2011
85


Genere: Heavy
Etichetta: Steamhammer
Distro: Audioglobe
Anno: 2011

Ritorno sugli scudi per i canadesi Anvil, una di quelle formazioni che, per una strana ironia della sorte, sono sempre state valutate ben al di sotto delle loro potenzialità nonostante abbiano fornito, nel corso degli anni, notevoli dimostrazioni di tutta la loro classe, potenza, abilità e carisma. Ma, nonostante siano trascorsi oltre trenta lunghissimi anni dal loro esordio, 'Hard 'n' Heavy', il tempo sembra non aver neanche minimamente intaccato i nostri paladini del metal che continuano a regalarci le loro sonorità potenti, decise e senza fronzoli. Ed anche in questo quattordicesimo capitolo, per restare fedeli alla linea, ci troviamo dinanzi ad uno tsunami sonoro inarrestabile che, prendendo in prestito una notissima canzone dei Megadeth, "non farà prigionieri", ma lascerà solo ed unicamente "terra bruciata". Sin dalle prime note si capisce chiaramente che Lips e soci hanno deciso di basare il loro lavoro su riff ultra potenti e linee vocali sgraziate, ma al tempo stesso assassine; il tutto deliziosamente completato dal titanico lavoro di basso e batteria che riescono a scandire dei tempi inarrestabili al limite dell'umano, e che riportano alla mente i vecchi fasti dell'heavy anni '80. L'album si apre con la deflagrante title-track che risulta essere una vera e propria dichiarazione di guerra che continua, senza alcun minimo accenno di sosta, con "When All Hell Breaks Loose", brano che non concede neanche un attimo di respiro grazie a delle ritmiche martellanti e senza pietà. Il ritmo cala leggermente con "New Orleans Voodoo", una traccia che, grazie al suo andamento marciante scandito da un basso pulsante ed implacabile e dal chorus che entra subito in circolo, concede una minima tregua alle orecchie del malcapitato ascoltatore. Ma è un puro e semplice fuoco di paglia in quanto il terzetto continua imperterrito a tirare delle bordate tremende senza perdere mai un colpo ed, anzi, riuscendo sempre ad infondere ad ogni brano un'energia ed una potenza che riescono a renderlo entusiasmante, stupefacente, stupenda e mai scontato, né tantomeno noioso e scontato. Citazione a parte meritano, senza la benchè minima ombra di dubbio, la martellante e letale "Fukeneh!", un'autentica mazzata sonora di metallo pesante allo stato puro che avrà l'effetto devastante di una tempesta; la stupenda cavalcata "The Ride", traccia caratterizzata da un ritmo che definire inarrestabile è un puro eufemismo; la cupa, pesantissima ed oscura "Paranormal", un brano che fa tornare in mente i vecchi fasti dei Black Sabbath, e "Swing Thing", un'ottima traccia strumentale che, riuscendo a miscelare sapientemente e freneticamente jazz, metal, swing, progressive e rock 'n roll, riuscirà a far rizzare i capelli anche all'ascoltatore più distratto e catatonico. Ma il terzetto canadese ha pensato bene di fare un ulteriore regalo ai propri fans mettendo in stampa anche una versione del cd con due tracce bonus che sono delle vere e proprie chicche da non lasciarsi assolutamente sfuggire, e che riescono degnamente a completare il tutto rendendo quest'ultima fatica discografica degli Anvil una gemma di inestimabile valore che si candida a pieno titolo per diventare uno dei capolavori dell'anno. Dico questo senza la benchè minima paura di smentita in quanto ci troviamo dinanzi ad un lavoro solido, potente, ma la tempo stesso affascinante e sorprendente. Un vero e proprio viaggio nei meandri dell'heavy anni '80, puro, in pieno stile old school.

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