ILL NIÑO: ONE NATION UNDERGROUND

Il futuro degli Ill Niño era piuttosto fosco dopo il (mezzo) passo falso di “Confession”, che oltre ad ammorbidire decisamente il sound forgiato dai nostri nell’esaltante debut “Revolution/Revolución” mostrava una preoccupante carenza di idee. “One Nation Underground” arriva alla scadenza dei due anni successivi a “Confession”; ero estremamente curioso di saggiare cosa avrebbero potuto proporci Chavarri e compagni, e con sollievo posso dire di trovarmi più che soddisfatto. La nuova fatica dei sei latin-metallers americani bilancia una ritrovata vena aggressiva (ma estremamente diversa da quella del debut) con le intuizioni melodiche più vincenti del platter precedente; l’opener “This Is War” ne è testimone. Un Machado incazzato come non lo si sentiva da tempo si staglia sopra riff spezzacollo conducenti ad un chorus di immediata presa che viene successivamente spazzato via da uno stacco strumentale a là Santana (!) davvero suggestivo. Buon segno, quello di saper stupire l’ascoltatore/fan/critico già dal primo brano. Dopo il colpo a vuoto della seguente “My Resurrection”, ecco che arriva il filotto totale, sei brani di assoluta qualità che spaziano dall’easy listening più 'commerciale' (il singolo “What You Deserve”, la sing-a-long “All I Ask For”) agli stacchi più ariosi e compatti tipici del sestetto, come in “La Liberacion Of Our Awakening”. Se la seconda parte del disco si fosse mantenuta su questi standard saremmo qui a parlare di capolavoro, di ‘maturità compositiva’, ‘pietra miliare’ ecc; purtroppo così non è visto il calo generale dei brani seguenti, più assimilabili a delle b-sides di “Confession” che altro. Resta da ribadire il fatto che, comunque sia, “One Nation Underground” va premiato per lo sforzo di migliorare (anche se resto convinto che una “God Save Us” gli Ill Niño non la scriveranno mai più) e migliorarsi, in attesa di un prossimo lavoro che mi auguro sia davvero eccellente.