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STAR ONE: Victims Of Modern Age

data

02/11/2010
91


Genere: Space metal
Etichetta: Inside Out
Distro:
Anno: 2010

Otto anni. Sette se calcoliamo anche il bellissimo doppio live (anche in dvd) 'Live On Earth'. Siamo stati per troppo tempo orfani della creatura più metallosa di mister Lucassen, l’uomo dal multiforme ingegno, colui che ha sempre tempo per lanciarsi nei progetti più disparati che si chiamino Ayreon, Ambeon (fermi al solo debut del 2001) o ancora Stream Of Passion sino ad arrivare all’ultimo Guilt Machine. 'Space Metal', un manifesto più che il semplice titolo di un album, aveva destato grande stupore tra i metalheads e grandissima era l’attesa per il seguito di un platter di progressive metal spaziale che aveva seminato ovunque consensi. Al momento di approcciarsi a questo 'Victims Of Modern Age' la paura maggiore è stata di ritrovarsi davanti ad un semplice remake volto a garantire al suo autore l’ennesimo successo a scapito della creatività. Possiamo senza dubbio assicurarvi che Lucassen, come Paganini comanda, non si è ripetuto. Diverse le novità in questo comeback: innanzitutto un notevole indurimento dei suoni a favore di chitarre e batteria a cui segue un parallelo asciugarsi dei cori femminili (opera della sempre notevole Floor Jansen), che quasi scompaiono a favore delle voci soliste (le interpretazioni di Damian Wilson e, soprattutto, di quell’autentico divo di Sir Russell Allen sono letteralmente da brivido) tra le quali spicca anche quella growl, elemento nuovo nelle sonorità del progetto. Confermati quasi tutti i guest della scorsa volta, dal basso corposo di Peter Vink alle fughe spaziali alle keyboards di Joost van den Broek, sino ai solos del grande Gary "Shadow Gallery" Wehrkamp ai quali si aggiungono, nel secondo cd della limited collected edition (è necessario rammentarvi che capolavori simili si acquistano solo in questa versione?), nomi quali Tony Martin (Ex-Black Sabbath), Mike Andersson (Cloudscape, Full Force, Silent Memorial), Rodney Blaze e lo stesso Arjen Lucassen. L’album, nuovamente, è l’ideale colonna sonora di tutta una serie di films di sci-fi tanto amati dal polistrumentista: dallo storico 'Pianeta delle Scimmie' a 'Fuga da New York' in una corsa tra le montagne russe del cinema distopico e post-apocalittico. Se la title track , un vero trionfo di melodie e riff, è la prova provata di quanto la presenza carismatica di Allen sia parte fondante del sound degli Star One, i nostalgici delle catchy-songs del debut adoreranno i chorus di "Cassandra Complex", sapientemente cuciti addosso a Damian Wilson, che ha anche l’occasione di ricordarci in "24 Hours" la sua vecchia reinterpretazione di "Into the Black Hole", un classico degli Ayreon portato al successo da Bruce Dickinson. Non occorre proseguire oltre, basta consigliarvi vivamente di prenotare presso il vostro pusher musicale la copia di uno degli highlights di questo 2010.

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