HYDROGYN: Private Sessions
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15/04/2012E' impossibile cercare di essere obiettivi con questa band, hanno una cantante che è qualcosa di fantastico come bellezza e fanno di tutto per esaltarla ancor di più dai poster promozionali, cover dei dischi e quant'altro. La bellona tra l'altro non è nemmeno malaccio come voce rispetto alla proposta, una sorta di Evanescence goes to Alanis Morisette, anche se la realtà conferma una pochezza musicale imbarazzante frammista ad una produzione senza medi e fatta solo di bassi non aiutano di certo la compagine statunitense. Quindi una manciata di mid tempo pesanti con alcuni incisi discreti, ma nulla più. Al terzo disco purtroppo non decollano, perso il maestro Michael Wagener, fautore del debutto (oramai ridotto a produrre chiunque basta che paghi), il declino della band segue pari passo uguale e contrario alla bellezza della nostra modellona da copertina di Vogue. Un disco veramente con poco senso, brutta produzione e pezzi inutili, se non fosse per Julie sarebbero da Oscar per il prodotto più urfido dell'anno.
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