HOLY MARTYR: HAIL TO HELLAS
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24/03/2005Dopo un demo convincente e soprattutto promettente come "Hatred And Warlust", uscito lo scorso anno, un po' tutti gli epic metal fan riponevano grandissime speranze nei sardi Holy Martyr. Ivano Spiga e soci hanno placato la nostra sete di sangue e acciaio con questo EP, "Hail To Hellas", che non solo è un tributo a quella che è un po' la nuova terra promessa del metallo epico, ma un vero e propro mini-concept su una delle imprese più epiche, grandiose e commoventi dell'intera Storia dell'umanità: la gloriosa fine del re spartano Leonida e dei suoi 300 uomini al passo delle Termopili. E' addirittura una citazione delle Storie di Erodoto che apre il disco, per lasciare spazio alla potentissima, pachidermica e drammatica "The Call To Arms", con cui capiamo subito che la musica del Santo Martire è già cambiata in maniera notevole: le influenze thrash e power degli esordi sono state praticamente schiacciate sotto un muro di epic metal purissimo e incontaminato, molto più semplice (e se volete essere proprio stronzi, "banale") di quanto proposto in passato, ma senza dubbio più efficace! I nostri hanno levato del tutto il pedale dell'acceleratore, ingranando la prima per travolgerci con un incedere lento, massiccio e pachidermico che può ricordare i Manowar di Into Glory Ride, o gli Omen di "Warning Of Danger" (proprio all'indimenticato JD Kimball va una sentita dedica in retrocopertina) per classe e potenza. La prova del singer Alex Mereu è incredibilmente valida, molto meglio di quanto fatto in passato, la batteria ha finalmente un suono adatto al contesto, le chitarre macinano granitici riffs e licks melodici maideniani con classe ancora maggiore, insomma, gli Holy Martyr hanno fatto il salto di qualità, avvicinandosi in un certo senso a quanto proposto dai primissimi Doomsword nell'omonimo esordio, ma assicurandoci una qualità e una personalità inconfondibili. Magari non è niente di nuovo, non troverete certo alcuna aggiunta a quanto già detto da altri nell'ambito. Ma come si fa a resistere a canzoni così evocative, così cariche di energia e di pathos... non nego che ho rischiato di commuovermi sul serio con strofe del tipo "The noble blood of Sparta falling one by one, there's no more fear within us, no more tears to cry...", in cui traspare un amore per l'epicità più intelligente e omerica, che inquadra alla perfezione il sentimento tragico e fatalista del dovere dell'oplita laconico, consapevole di marciare verso una morte sicura ma gloriosa. Evocare tali sensazioni è molto meno facile di quanto sembri, e i momenti corali e i riffoni manowariani di "Hail To Hellas" ci riescono come poche altre band sanno fare al giorno d'oggi. L'unico difetto di questo EP è proprio il suo essere un EP: delle 5 canzoni incluse, 2 sono brevi momenti strumentali (la conclusiva "Ta Deilina" è addirittura una rivisitazione metallica di un pezzo di musica popolare ellenica), ma le 3 canzoni vere e proprie sono autentici capolavori, dalla struttura tutt'altro che ovvia (da notare come la band rifugga la comune struttura strofa-bridge-ritornello, le canzoni sono un continuo evolvere di momenti e mood sempre diversi), toccando il picco nella commovente "Defenders in the Name of Hellas", che riuscirà a smuovere anche i più freddi di voi. Insomma, che altro dire, se l'epic è il vostro genere, affrettatevi a procurarvi questo EP, 500 copie numerate non sono poi così tante quando si ha a che fare con tanta classe! Segnalo inoltre la presenza, nelle prime 200, della dedica personale di Ivano Spiga e della bonus track "From The North Comes The War" risalente ai tempi degli Hell Forge, primissima incarnazione del martire. Love it or die!
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