HEADRUSH: HEADRUSH
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24/03/2005E' una four-pieces band tutta italiana quella che si nasconde sotto il monicker Headrush, una creatura improntata su un sound di chiaro stampo hard-rock tipico dei gruppi del vecchio continente, identificato in sparuti riferimenti cari, tra gli altri, ai Frontline ultima maniera. I quattro artisti impegnati all'interno del progetto in questione, nato sotto il patrocinio della partenopea Frontiers Records, rispondono al nome di Roberto Tiranti (affermato singer della ormai famosa metal band nostrana Labyrinth), Alex De Rosso (già alle prese con altri progetti Frontiers come gli Shadowfade e noto per aver anche fatto parte della line-up dei Dokken per un breve periodo di tempo), Mauro Castellani e Dave Fini, due musicisti dalla ottima tecnica individuale e dal buon gusto esecutivo. Lo stile sonoro del cd, oltre ad affondare le sue radici nella scuola classicamente europea, va a pescare parte della sua impronta anche dalle ultime uscite della ex-band di De Rosso, e questo in particolare per quanto riguarda i ferrati riffs di chitarra. Tra l'altro l'axeman nostrano, non pago di aver scritto e suonato tutti i pezzi del lotto in questione, si è occupato con buoni risultati anche del ruolo di arrangiatore e produttore, restituendo un sound in cui tutti gli strumenti ricevono la dovuta e necessaria visibilità, il tutto convertito in un'amalgama dal piglio decisamente solido e quadrato. I problemi maggiori del lavoro ivi in oggetto sono invece da riscontrarsi nel songwriting generale delle varie tracce, le quali, nonostante il relativo livello medio sia sempre ben al di sopra della sufficienza, risentono invece di una scarsa varietà compositiva, fattore questo che in particolare per gli ascoltatori meno attenti potrebbe far sembrare noiosamente uguali tutti i brani inclusi nel dischetto. Detto ciò va comunque segnalato che l'ascolto del cd scorre fluido e senza grossi intoppi, destando l'impressione di un album riuscito e dal discreto potenziale. Concludendo la recensione non posso che valutare in maniera ovviamente positiva il buon esordio discografico degli Headrush, autori di un debutto che, nonostante sia lungi dall'entrare nella wall of fame della grande musica hard-rock, è giusto che si ritagli la sua piccola fetta di mercato in questo fresco periodo di ritorno delle sonorità hard 'n' heavy in genere. Un cd di certo non essenziale, ma da tenere comunque in considerazione.
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