GRAVKVADE: Grav|aska
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05/03/2019Due demo, una compilation ed ora il primo album per gli svedesi Gravkväde. Il duo ci propone un funeral doom metal dalle livree talvolta black. Tristezza, tinte fosche e peso sulle coscienze, un gorgo di mestizia, un tunnel di depressione in cui restiamo invischiati, in cui nessuna via d’uscita è intravista. Sviluppi lenti, sound monolitico che, tuttavia, non è portato all’esasperazione. Gli innesti ambient alleggeriscono il disco, pur restando ovviamente nei solchi del genere, intrecciandosi con alcune accelerazioni puramente black. Ritmiche serrate, dai suoni torbidi, volutamente rese offuscate come da dogma old school. Il concetto funereo e doom resta preponderante, raggelando poi i contorni da una nera fiamma che si presta perfettamente a sposarsi a queste atmosfere. Quattro pezzi di corposa durata, in grado di essere digerite anche da chi magari non è avvezzo a certi tempi e vuole approcciare a tali espressività. Il fluttuare di nebbie ambient attenua l’angoscia di una nera caduta, ragnatele che fissano una direzione, presenza, seppur sofferente, di un alito di vita. Se andate cercando rivoluzioni o novità qui non ne troverete traccia, lacrime che scendono lungo le pareti di un precipizio, linee di una mano che diventano i contorni di una disperazione fatta di consapevolezza. Presa di coscienza, senso di colpa che lacera e che ora compreso, non lascia pace. Dietro a questa immagine affiora la pace di un silenzio improvviso, un vuoto nel quale lasciarsi andare. 'Grav|aska' è disco da cui gli artisti dovranno ripartire, per aggiungere quegli elementi necessari a renderli distinguibili. Disco da scoprire, genuino e appetibile per i seguaci del funeral, ma non solo.
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