ULVER: BLOOD INSIDE
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24/06/2005Negli ultimi tempi si è fatto un gran parlare degli Ulver e molto in termini negativi: la mai pienamente accettata (da parte dei vecchi fans) svolta ambient elettronica, così come i vari tentativi di colonne sonore, l'abbandono degli Arcturus da parte di Garm, così come una produzione discografica molto frammentaria, avevano dato adito a critiche di ogni tipo ed erano molti a dare gli "Ulver" per "bolliti". Su Garm poi si è avuto un fuoco di fila: accuse di essersi montato la testa, di credersi una rockstar, il pensare più alla sua Jester Records piuttosto che ad una grande band come gli Arcturus, l'essere una sorta di megalomane. Io stesso pur appezzando il monumentale "perdition City" e le prove successive della band, non provavo più per gli Ulver quel sacro fuoco che mi permeava al pensiero di "Bertgatt" o "Nattens Madrigal". Invece gli Ulver cambiano per l'ennesima volta rotta sorprendendo tutti e sfornando il loro più bel disco dai tempi di "Bergatt". Niente black avantgarde, le basi sono quelle della "svolta" elettronica di Garm e soci, ma a cambiare è "il modo" in cui il tutto viene tradotto in musica: come i Peccatum di Isahn, gli Ulver hanno capito che a volte "meno vuol dire di più"; ed ecco allora 45 minuti per 9 canzoni dove i norvegesi hanno condensato la loro arte. "Blooo Inside" è la risposta degli Ulver a chi ha dubitato di loro e li ha criticati (le foto promozionali di Garm in "veste papale" e la scritta "viva megalomania" che capeggia su un foglio del booklet sembrano una provocazione a chi aveva attaccato Garm) una risposta che solo i grandi possono dare, quando tutto sembra perduto. Il nuovo disco degli Ulver sembra una versione futuristica di "Sham Mirrors" degli Arcturus: niente paura gli Ulver non copiano il gruppo di Sverd, ma ne traggono spunto per creare una creatura mutante ancora più avveneristica e sperimentale. La produzione (incredibile) affidata a Ronan Chris Murphy (già al lavoro con i King Crimson) non è casuale, perchè questo "Blood Inside" è il "Lizard" degli anni 2000, dopo averlo ascoltato tutto il resto vi sembrerà tremendamente vecchio e bidimensionale. Ogni brano appare folle ed unico, ma talmente affascinante da farsi amare fin dai primi ascolti: apre "Dressed In Black" oscura ed avvilupata in una coltre di suoni digitali ed analogici che la rende fuori dal tempo, chiusa da un pianoforte impazzito; "For The Love Of God" parte lenta e solenne come na processione, ma si apre ad un refrain che sembra preso di peso da "Sham Mirrors" semplicemente stupenda; "Christmas" e It Is Not Sound" sono avvilupate in una coltre di mistero con un intreccio di sonorità quasi da colonna sonora; "Blinded By Blood" è invece un avveneristica ninna nanna dedicata da Garm al figlio Leon; "The Truth" e "In The Red" sono indescrivibili, sembra di ascoltare mille gruppi diversi condensati in uno ( basti pensare che "In The Red" si chiude coi samples delle big band degli anni 40 inseriti nel sound della band) ma è appena l'inizio: dopo un' eterea "Your Call", arriva "Operator" ossia la fantasia al potere, un gioiello di melodia e sperimentazione che disintegra gli Arcturus sul loro stesso campo. A tutto ciò aggiungete le special guests di Mike Keneally (geniale chitarrista che ha collaborato con Frank Zappa) e Czarl (ossia Carl Michael from Ved Buens Ende/Virus) le liriche folli e ermetiche di Garm, una produzione talmente ricca di suoni e dettagli che potrete ascoltare il disco per anni senza stancarvi e avrete "Blood Inside" un cd unico, stupendo, insomma cosa fate qui andate a comprarlo!
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