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FINNTROLL: NATTFODD

data

10/04/2005
90


Genere: Folk
Etichetta: Spikefarm Records
Anno: 2004

I Finntroll sono ormai un’istituzione in ambito folk metal, grazie al loro approccio molto divertito (e divertente), oltre che scanzonato, al genere. Niente seriose battaglie contro le armate cristiane, né le solite foreste che si animano: ciò che anima la musica dei Finntroll è una ed una sola cosa: l’alcool, e il divertimento che esso porta con sé. Grazie a questi sei folli finlandesi sembra davvero di stare in una taverna a ballare sui tavoli, mentre loro si divertono ubriachi a cantarci le loro canzonacce (in senso buono naturalmente!). Quest’ultimo capitolo non fa che mettere in risalto le loro capacità e confermare, se non migliorare, quanto di buono si è già detto su di loro. Questo è sicuramente uno dei loro migliori lavori, se non addirittura il migliore in assoluto: 10 gemme di pura, lucida follia, follia nella quale i Finntroll sembrano voler trascinare anche noi. A chi, ascoltando quest’album, non verrebbe da vestirsi da troll e girare per strada in preda ad eroici furori, cercando di distruggere tutto ciò che di ordinato e pulito produce il mondo occidentale? Nattfodd è un excursus nelle antiche foreste finlandesi, dove il puro spirito della natura, la guerra, la caccia, l’idromele e, perché no, il sesso facevano sembrare il mondo migliore, almeno prima che arrivassero gli evangelisti cristiani. Per tutto il corso dell’album un esercito di troll incazzati distrugge tutto ciò che gli capita a tiro, falciando uomini, cose, villaggi, preti, e chi più ne ha più ne metta; la colonna sonora di questo sfacelo è a base di musica metal ritmata e divertente, davvero irresistibile in sede live; in essa i Finntroll mischiano sapientemente folk, thrash, polka, black e un pizzico di spirito punk, creando una sorta di “humppah folk metal”, dal nome inascoltabile ma decisamente orecchiabile. Il cantato del singer (rigorosamente in finlandese) riesce a rendere il tutto ancora più malato, con urla, passaggi epici, gorgoglii e quant’altro, con un cantato sempre venato da una sana e genuina malvagità, più che doverosa per i pezzi che è chiamato ad interpretare. Certo, è inevitabile, un’opera così geniale non potrà mai essere apprezzata da tutti: molti storceranno il naso per l’innovazione della proposta musicale dei finlandesi, ad altri potrà sembrare uno ska velocizzato e col cantato sporco, ad altri ancora potrà apparire un lavoro ingenuo o addirittura infantile: tutto perché questi sei pazzi si sono allontanati troppo dai generi dai quali traggono ispirazione, tanto che un fan del metal classico con poca apertura mentale non riuscirà mai a cogliere la grandezza di questo lavoro. Io non me la prendo: ascoltatevi per la milionesima volta gli Iron Maiden, non apriteli a nuove esperienze musicali, io intanto mi ascolto i Finntroll. Alla faccia vostra! :-P

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