EXODUS: EXHIBIT B: THE HUMAN CONDITION
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19/05/2010La prima mostra delle atrocità degli Exodus si era chiuso in modo fantastico, con pezzi intensissimi e specchio dei migliori Exodus recenti. La seconda parte (appunto, Exhibit B) si è fatta attendere più a lungo del previsto, ma ne è valsa la pena, al 100%, perché The Human Condition apre il culo e continua l’ascesa di Holt e soci, ormai inarrestabili (nonstante tutte le magagne) da Tempo Of The Damned in poi. Un’avvertenza; chi disprezza gli Exodus ‘moderni’ (brani lunghi e articolati, suoni da 2010 e non da 1985, influenze più fresche), torni ai suoi jeans elasticizzati e alle toppe dei gruppi cvlt, chè il minutaggio medio qui è 7/8 minuti a brano, e ci sono pure dei riff dal flavour melodic death, più qualche clean vocal azzeccatissima. Ad ogni modo, parliamo della sostanza, cioè dei pezzi terremoto che compongono il disco, che sono una perfetta sintesi dei riff storici targati Exodus e delle ritmiche rocciose dei tempi più recenti; l’opener The Ballad Of Leonard And Charles ne è perfetta dimostrazione. Ma poi i nostri ci stupiscono con melodie inaspettate (Downfall, forse il pezzo migliore del disco), mid-tempo apocalittici (Nanking), e le solite bordate tipo Burn, Hollywood, Burn e Good Riddance. Un album dunque monolitico, alla stessa altezza della prima parte (se non superiore di un paio di punti), e che conferma, come se ce ne fosse bisogno, lo stato di grazia e di salute degli Exodus.
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