BULLETBOYS: From Out Of The Skies
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18/04/2018Il merito dei Bulletboys risiede soprattutto nel proporre la propria musica oggi con lo spirito di chi vive nel presente. Sarà che il gruppo vanta un unico superstite della fornazione originale - Marq Torien - e che quindi i nuovi membri entrati a far parte della famiglia qualche anno fa probabile abbiamo portato una ventata propositiva ed esecutiva attuale; sarà che la band ha avuto a disposizione lo studio di Dave Grohl per portare a termine le registrazioni, certo avere il tiro di 'From Out Of The Skies', con alcuni tratti "sperimentali", nonchè presentare un brano come la conclusiva "Once Upon A Time" in cui gli arrangimaneti si presentano ricercati, dopo oltre 30 anni di carriera non è da tutti. Finiti agli esordi nel calderone hard/street/glam del periodo, c'è da aggiungere però che i Bulletboys hanno sempre provato a fare qualcosa in più sfornando i primi lavori sull'onda di un estro compositivo selvaggio quanto creativo. Impeto che si manifesta ancora oggi alla luce del patrocinio indiretto del leader dei Foo Fighter, anche se con risultati alterni dato che la scrittura non viaggia sempre di pari passo con l'evoluzione/adattamento dello stile. Perchè se è vero che i Bulletboys provano continuamente a rigenerarsi rincorrendo idee e nuove altitudini compositive, è altrettanto vero che alcuni brani risultano sghembi, a volte sgangherati, seppue energici e piacevoli. Mentre è con i brani più intensi e riflessivi che Marq Torien e compari dimostrano di saperci fare - "Losing End Again", "Switchblade Butterfly" e la già citata "Once Upon A Time" - e di andare dritto al sodo. Buona la produzione e convincente l'amalgama, segno che la band potrebbe avere ancora altro da dire.
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