EN DECLIN: DOMINO/CONSEQUENCE
data
25/01/2010"Trama", al tempo, aveva in buona parte soddisfatto pubblico e critica. Diversi anni dopo arriva "Domino/Consequence" e, probabilmente, la soddisfazione di entrambe le parti arriverà ancora perché gli En Declin affinano ancora di più il songwriting, lavorano di più sulle sfumature, anche se tutto ciò non basta a farli esplodere concretamente. Buon disco, senza dubbio, ma quel cordone che lo tiene legato alla musica di band quali Katatonia a Klimt 1918 fa fatica a staccarsi. E, inevitabilmente, il paragone è sempre dietro l'angolo. Non che questo infastidisca, o che possa quanto meno influire sulla qualità dei brani, sia chiaro. La sufficienza ottenuta è questione di merito, non di altro, e la percezione che si ha dopo l'ascolto che induce a pensare anche ad una sorta di evoluzione dato che l'approccio è vistosamente più progressive e moderno è sempre e soltanto questione di merito. Il fatto è che la band romana resta intrappolata nelle spire di melodie alla lunga evanescenti. Leggere, eteree, ma fin troppo scandite dal dovere di volere emozionare. Una sorta di accademismo sentimentale nodoso che non trova sempre la giusta espressività. Detto questo, "Domino/Consequence" è un lavoro confezionato a dovere, immediato nonostante l'atmosfera evocata sia figlia della più malinconica delle notti, destinata a riflessioni e meditazioni. Suonato e prodotto con professionalità, ha anche il pregio di sfoggiare una copertina assai intrigante. Tirando le somme, dopo 4 anni di silenzio ci si aspettava di più, ma nel complesso gli En Declin si mostrano in forma, quanto meno consapevoli del ruolo che vorrebbero recitare. C'è ancora da lavorare, ma i presupposti sono - quasi - tutti positivi per migliorare ancora.
Commenti