ELEGY OF MADNESS: THE BRIDGE OF SIGHS
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03/08/2009Sono passati circa due anni da quando ho conosciuto gli Elegy Of Madness recensendo il loro primo demo 'Another Path' e sono rimasta sorpresa alla notizia della pubblicazione del loro primo full lenght, è sempre bello scoprire come il duro lavoro porti a dei risultati così importanti. E dopo aver ascoltato 'The Bridge Of Sighs', mi sono rimaste delle belle impressioni ma anche un piccolo dubbio che non mi permette di dare un giudizio totalmente positivo su questa release, ma procediamo con ordine. La prima cosa che si fa subito notare è la copertina raffigurante il famoso Ponte dei Sospiri a Venezia, oggetto di numerose leggende, tra cui quella secondo la quale i detenuti sospiravano al pensiero di vedere per l’ultima volta il mondo esterno. Ma non solo: può indicare anche una sorta di sospensione tra una realtà e l’altra, e qui si collega al tema un po’ cardine del disco, la volontà di evadere dalla vita di tutti i giorni, che i nostri esprimono attraverso le nove tracce dell’album. Dal punto di vista musicale, non mancano richiami a gruppi già affermati, come Nightwish, After Forever e Epica ma neppure idee proprie della band che danno luoghi ad episodi interessanti come "Elegy Of Madness", "Threshold" e "Voices" e "Another Path" che erano state composte per il loro demo. Un ruolo di primo piano spetta alle orchestrazioni scritte dal buon tastierista Marcello, suggestive, evocative e perfette per la voce lirica della singer Anja, protagonista di una perfomance convincente ed intensa. Se la parte più sinfonica è quindi riuscita, lo stesso si può dire di quella metal, con i riff della chitarra di Tony e la batteria di Roby che danno il giusto ritmo ed energia ad un sound che in certi passaggi abbraccia sonorità più prog. Una nota di merito spetta alla suite in due parti dedicata al delicato tema dell’eutanasia, "Agony", dove nella prima parte il tema è trattato dal punto di vista del paziente, mentre nella seconda si mettono in risalto i sentimenti dei famigliari che si trovano ad affrontare questa situazione. Per quanti molti siano molti i loro punti di forza, questo 'The Bridge Of Sighs' non riesce a coinvolgere da subito, per la durata oltre lo standard di quasi tutti i pezzi e le partiture elaborate, e per riuscire a cogliere la sua validità bisogna dedicargli più di un ascolto. Ed è questo aspetto ad avermi lasciato un po’ dubbiosa: non che manchino talento e qualità, ma sull’immediatezza bisogna lavorarci ancora un po’. Promossi, con la speranza di sentire nel prossimo lavoro dei progressi.
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