EDGUY: HELLFIRE CLUB
data
15/03/2005Dopo un attesa lunga tre anni, contornata da un gustoso live e dal fortunatissimo progetto parallelo Avantasia, i power metallers Edguy ritornano di gran carriera sulla scena metal di mezzo globo sfornando un album potente e di sicuro effetto, capace di distruggere i miti creati attorno al quasi inattaccabile "Vain Glory Opera". Uno degli album più "duri" mai scritti da questo gruppo, che sorprende per la sua forza d'impatto, caratterizzato da brani d'altissimo livello. Tutto questo grazie alla notevole maturazione, sia compositiva che tecnica, del front-man Tobias Sammet che ha reso i suoi scritti e la sua musica ancora più incisiva ed efficace, grazie ad un innato feeling tra i membri della band e all'utilizzo di un orchestra blasonata mai troppo fuori dal coro, che si limita a fare il proprio lavoro senza sconvolgere il sound degli Edguy. Sin dal primo grido strappato da Sammet e dalle prime notte della opener "Mysteria" ci possiamo rendere conto di quanto detto fin'ora. Una killer song d'impatto che coinvolge al primo ascolto, caratterizzata da potenti riff e dal classico refrain in puro Edguy-stile. Ma il vero frutto di questa maturazione si vede nella seconda traccia: "The Piper Never Dies" è un lungo e sofisticato viaggio musicale ben congeniato e strutturato. Dove fa l'ingresso l'orchestra, pronta a creare una raffinata atmosfera in sottofondo, e dove il lavoro svolto da Sammet e dai coristi (tra i quali spunta l'illustre nome di Oliver Hartmann) è di ottima caratura. Grazie a queste sue caratteristiche l'eccessiva durata del brano non corre il rischio di spezzare lo scorrimento naturale del platter, che potrebbe portare l'ascoltatore ad una precoce noia. Arrivano poi due ottime up-tempo songs "Down The Devil" e "We Don't Need A Hero" che non deludono certo le aspettative. Caratterizzate dai soliti elementi di forza degli Edguy lasciano libero sfogo alla sezione ritmica dove il drummer Bohnke fa la sua sporca figura. C'è spazio poi per il singolo "King Of Fools", che ha accompagnato i fans più accaniti in questo lungo mese e mezzo d'attesa. Rimango ancora dell'idea che questa, anche se non rientra propriamente nei canoni medi delle "Edguy-song", sia una delle migliori canzoni mai prodotte dai cinque tedeschi. Pur non avvalendosi di una caratura tecnica eccelsa stupisce grazie ad una struttura semplice ed estremamente efficace che coinvolge l'ascoltatore e lo trascina per tutta la sua durata. In "Hellfire club" trovano spazio anche due ballad nelle quali l'orchestra non si fa certo pregare per fare una bella figura: infatti sia in "Forever" che nella conclusiva "The Spirit Will Remain" l'enfasi e l'atmosfera da essa creata, assieme alla sempre piacevole voce di Tobias (impiegata quasi come da tenore), fanno la differenza su molti altri pezzi tipici del genere. La vena ironica degli Edguy trova sbocco nella Hard'n'Heavy "Lavatory Love Machine", brano che trasuda energia e divertimento da ogni nota: vi farà letteralmente ribaltare dalla sedia. Questa canzone nata per scherzo si ritaglia invece un ruolo importante nell'intero album, anche se esce completamente dai canoni standard offerti dalla band, ne evidenzia un importante lato che da sempre li caratterizza: il volersi divertire e il voler far divertire grazie alla propria musica. Un ruolo importante lo ricopre anche la speed song "Rise Of The Morning Glory", dal testo più che mai pieno di vita e dall'esplosivo ritornello. Insomma, è quasi impossibile trovare un punto debole in questo "Hellfire Club". Un album mai ripetitivo, mai noioso, mai troppo complesso ed avvolgente con il quale gli Edguy si ritagliano VERAMENTE un ruolo importante tra le band di spicco di sempre. La definitiva e riuscita consacrazione di una band che si temeva in declino, ma che da ora comincia a fare sul serio. Un acquisto obbligato per tutti i fans del genere, dedicato in particolare a chi crede che questo genere non abbia più niente da dare al mondo della musica. Un passo importante per la carriera di questi ragazzi che sapranno darci ancora tanto, tanto e tanto.
Commenti