DEFLORE: HUMAN INDU[B]STRIAL
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23/04/2007Undici brani strumentali compongono l'esordio dei Deflore, duo romano che fa il filo all'industrial dei mostri sacri del genere, contaminandolo con una sorprendente vena post-rock che in più di una occasione spezza il riffing e la ritmica ossessive dando tregua ai brani. Come passare improvvisamente da una catena di montaggio alle armonie malinconiche che caratterizzano la musica di Mogwai, Explosions In The Sky e soci. No mancano certo altri riferimenti al metal moderno in genere, ed agli onnipresenti Black Sabbath come ben si evince dalla bellissima "Home", ma "Human Indu[B]strial" cammina con le sue gambe proprio perché riesce a sintetizzare frequenze diverse in un unico rivo magmatico che esce dagli strumenti e va a generare comparti metallici oscuri, altissime e possenti mura d'acciaio sotto un cielo grigio e minaccioso. Impossibile passare dall'altra parte quando un'altra parte non esiste. E così via all'implosione delle anime, catturate e detenute dentro gabbie opprimenti, ed alle quali viene data l' opportunità di lamentarsi quando quel pianto freddo s'incunea tra i martellamenti infernali senza mai riuscire a commuovere la meccanica. L'umanità ne esce miserabilmente sconfitta. E non basta una attenzione quasi maniacale degli arrangiamenti a lasciare spazio al sentimento dell'uomo. "Claustrofobia unica via" sembra decantare "Human Indu[B]striale", piena impotenza davanti al sorgere di un nuovo ordine che pur rischiando tanto con lo spettro della noia sempre dietro l'angolo, riesce ad essere in larga parte credibile grazie ad una idea di fondo che riga dritta per la sua strada perdendo solo qualche pezzo. Certo non quelli del motore: i Deflore non hanno certo composto nulla di memorabile, ma questo è un inizio inquietante che getta una lunga ombra sul loro futuro. Ombra e non luce, attenzione. La positività(solo un punto di vista), non passa solo attraverso il "chiaro". Anzi...
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