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DECAPITATED: CARNIVAL IS FOREVER

data

26/07/2011
65


Genere: Technical Death
Etichetta: Nuclear Blast
Distro:
Anno: 2011

Vitek riposa in pace. Covan è costretto a una lunga pausa a causa delle ferite. Per gli altri il lutto è passato e si sono tirati su le maniche. Ecco il risultato: 'Carnival Is Forever', uscito sotto l'egida della Nuclear Blast, e la cosa si avverte subito: produzione stellare a dir poco, approccio trendaiolo (o moderno che dir si voglia), copertina da album metalcore patinato in costante rotazione su MTV. Insomma, schiacciamo play e ci rendiamo conto che della band violenta e tecnicissima, capace di osare e reinventarsi con un disco assurdo come 'Horganic Hallucinosis', oggi è rimasto ben poco. Il nuovo batterista se la cava bene, ma non è Vitek, né tecnicamente, né stilisticamente; il nuovo vocalist risulta assai più adatto di Covan per le nuove sonorità dei polacchi. In questa sede i Decapitated sferzano bruscamente verso la modernità con i break meshugghiani dell'opener "The Knife", un brano pesante e groovy dal forte sapore Soulfly e Pantera che si avverte fin dai primi riff. Con la successiva "United" vengono in mente i Suicide Silence e tutta quella roba lì con i break e le menate *core. Livello tecnico ed esecutivo di prim'ordine, comunque. Superati momenti di pura noia come la prolissa title track e la groovegiante "Homo Sum", ci troviamo di fronte alle dissonanze a là Kisser di "404", un quasi omaggio ai fratellini Cavalera con riffoni potenti e tellurici, ma è verso la fine che i ragazzi si riprendono grazie ai break violenti e cazzuti di "Pest", uno dei brani più tosti e fighi di 'Carnival'. Conclusione affidata a "Silence", triste e blanda carezza acustica che si lascia dimenticare in fretta. Dubito che fossero molti ad aspettarsi un disco del genere, ma ne prendiamo atto: i ragazzi hanno deciso di puntare a un pubblico più vasto senza, per questo, sputare su sè stessi e la propria storia.

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